338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Anoressia, bulimia e obesità psicogena

cufrad news alcologia alcol alcolismo Anoressia, bulimia e obesità psicogena

ANORESSIA, BULIMIA E OBESITA’ PSICOGENA
 
Tre modi diversi per esprimere UN DISAGIO AFFETTIVO

Il corpo si riempie e si svuota, dimagrisce fino all’osso, ingrassa fino a scoppiare: è il segno visibile di gravi disagi psicologici che rappresentano la vera sofferenza, e coma tali, devono essere compresi e trattati. L’anoressia, la bulimia e l’obesità sono disagi psicologici gravi e non, come sembra, malattie dell’appetito. Queste patologie possono essere rappresentate come un iceberg. La punta che emerge, è costituita dall’anoressia, dal rifiuto del cibo, dal conteggio ossessivo delle calorie e dall’iperattività. Nella bulimia da ripetute abbuffate seguite da vomito auto-indotto. Nell’obesità da un’assunzione smodata e continuata di cibo che porta ad un importante aumento ponderale. La parte sommersa, che non si vede, ma senza la quale la punta non esisterebbe, è il luogo dove si situano le problematiche soggettive, i vissuti, le emozioni, il dolore, le esperienze che hanno segnato la vita. Fermarsi a ciò che appare, considerare solo l’aspetto visibile di anoressia, bulimia e obesità, significa ignorare la parte piu’ importante del problema. L’obesità psicogena, diversamente dall’obesità cosiddetta semplice, si basa su importanti fattori psicologici. Solo raramente è una conseguenza di disfunzioni metaboliche. Nell’obesità psicogena la persona sviluppa una dipendenza dal cibo con modalità differenti rispetto alla bulimia. Il soggetto obeso assume enormi quantità di cibo, non lo vomita, e spesso lo sceglie con cura. L’adipe costituisce una sorta di barriera che sembra proteggere dalle emozioni e dalle relazioni. L’obeso è spesso oggetto di derisione da parte della gente che lo circonda dai quali non riescono a difendersi. Questo è causa di depressione e di un conseguente aumento dell’obesità. I disturbi del comportamento alimentare hanno elevati costi sociali che incidono sul servizio sanitario nazionale, ma rappresentano anche costi importanti sulla famiglia e sulla persona stessa in termini di relazioni, di esperienze, e di funzionamento sociale. Le persone che soffrono di disordini alimentari tendono a chiudersi, ad isolarsi e ad escludere gli altri dalla loro vita. Soprattutto i famigliari si trovano a gestire situazioni molto difficili e si sentono impotenti. La persona stessa incontra enormi difficoltà nelle attività quotidiane: in una vita scandita dal cibo, diviene difficile andare a lavorare, studiare, uscire, provvedere alla casa, ma anche rispondere ai bisogni primari. Dall’anoressia, dalla bulimia e dall’obesità si può guarire. La scelta è strettamente legata alla persona, alle sue caratteristiche e alla sua storia.

I pregiudizi contro le persone obese sono tanti e per ferirti puntano al cuore. La gente che ne sa di cosa c’è dietro a una persona obesa, ne sa di quanta fatica si fa a prendere in braccio il proprio figlio se si è obesi? La gente pensa che gli obesi siano persone che non hanno carattere, sono dei falliti, non hanno forza di volontà e non sanno sacrificarsi. Nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di prendere in giro una persona obesa! Vedreste gli occhi di chi soffre ogni giorno per la proprio condizione, l’espressione di chi soffre per una malattia che porta il nome di Obesità. Non prendete mai in giro una persona obesa e insegnate ai vostri figli a non farlo. L’obesità è una malattia serissima e merita la massima attenzione e dignità di cura.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)