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Anoressia e bulimia: analisi del fenomeno

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DISTURBI ALIMENTARI DELLE RAGAZZE

In principio erano anoressia e bulimia, oggi i disturbi alimentari delle ragazze si arricchiscono di nuove malattie emergenti. Ecco i sintomi

ai quali prestare attenzione.
Anoressia e bulimia: due aspetti dello stesso disagio che colpisce le ragazze di oggi. La prima consiste nella privazione del cibo, dettata

da motivazioni psicologiche oltre che estetiche e che conduce alla totale astinenza. La seconda è l'alternanza distruttiva di abbuffate e

mosse strategiche per vomitare tutto il cibo ingerito, con gravi ripercussione sulla salute. Due rovesci della stessa medaglia, due forme di

disagio psicologico temuto da tanti genitori, soprattutto di femmine. Oggi, gli esperti della nutrizione hanno identificato tra i disturbi

alimentari delle ragazze un nuovo problema che va a sovrapporsi alla bulimia. Stiamo parlando della diabulimia, un termine che deriva

dall'unione delle parole "diabete" e "bulimia". Si riferisce a un disturbo alimentare che può colpire coloro che sono affette da diabete di

tipo 1, la forma di diabete giovanile, ovvero quella che colpisce i giovani. I diabulimici si iniettano un dosaggio di insulina inferiore a

quella prescritta dal medico, riuscendo così a perdere peso. Le conseguenze di questa pratica, però, sono molto serie, perché l'insieme degli

organi interni vanno soggetti a danni.
Il diabete è sempre più diffuso
Il diabete che si manifesta nei più giovani viene definito "mellito" perché caratterizzato da un eccesso di glucosio (cioè zucchero) nel

sangue e spesso anche nelle urine. Questa malattia viene detta anche di tipo 1 o, in passato, insulino-dipendente o giovanile, è ereditario e

l'età di insorgenza è molto ampia: dalla primissima infanzia all'adolescenza. Non è quindi causato da un'alimentazione scorretta, ma da una

carenza di insulina, un ormone che viene prodotto da particolari cellule, chiamate cellule beta, distribuite nel pancreas. L'insulina

prodotta viene immessa direttamente nel circolo sanguigno raggiungendo tutte le cellule dell'organismo, in questo modo l'insulina assorbe

tutte le molecole di glucosio introdotte con l'alimentazione. Se l'insulina in circolo è carente, gli zuccheri non riescono ad essere

utilizzati, restando così nel circolo sanguigno. Il corpo comincia allora a risentirne, perché le cellule non ricevono nutrimento ed energia.

L'organismo è costretto allora a utilizzare solo i grassi per produrre l'energia di cui ha bisogno. La combustione di questi, in assenza di

glucosio, determina la produzione dei cosiddetti corpi chetonici, sostanze che intossicano l'organismo. È questo il momento di iniziare una

cura con l'insulina per evitare che la persona sia soggetta a seri problemi. Inoltre, a lungo andare l'eccesso di glucosio nel circolo

(rilevato dell'esame della glicemia o della emoglobina glicosilata) può provocare danni a carico dei reni, dei vasi sanguigni, dei nervi e

della retina, la membrana dell'occhio dove vengono messe a fuoco le immagini. Ecco perché è importante che i valori glicemici restino all'

interno dei valori di riferimento normali per la glicemia.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)