Aperitivi: tutte le ragioni per evitarli
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L'aperitivo? Va di traverso alla salute
Margherita Portelli
In principio fu happy hour. Con gli anni, poi, il costume ha preso piede al punto che, oggi, limitare il tutto a un'«ora felice» è diventato
davvero difficile. L'aperitivo, ormai, lo fanno tutti. E spesso. Fuori dall'ufficio con i colleghi, prima di una serata con gli amici, per
congedarsi da un pomeriggio di shopping. In piscina, al mare, in città: si beve una cosa, si sbocconcella qualcos'altro, poi magari si fa il
bis. Svago, moda, consuetudine che ormai rasenta la tradizione.
Moda dilagante tra gli under 40
Chiamatelo come volete, ma introdurre alcol, bevande zuccherate e stuzzichini di ogni sorta, prima, o addirittura in sostituzione, di un
pasto, può non essere quanto di più indicato per la salute. Una coccola all'ego, un tiro mancino all'organismo. Negli ultimi anni, anche
nella nostra città, si sono moltiplicati i wine bar, le enoteche e i locali che puntano tutto sull'ormai consolidata tendenza a concedersi un
drink fuori pasto. Soprattutto tra gli under 40 la moda dilaga, e non solo durante il week-end. Al punto che magari si arriva a preferire un
cocktail con gli amici alla sana abitudine di una corsetta serale o a un'ora di palestra.
Bene solo se saltuario
Con Arsenio Leone, responsabile della struttura di Malattie del ricambio e diabetologia dell'ospedale di Parma ed esperto di nutrizione e
costume, abbiamo tentato di capire quanto questa abitudine può minare la salute del nostro organismo. L'aperitivo, che non va demonizzato, perché caratterizzato anche da un risvolto sociale e relazionale positivo, non è affatto consigliabile da un punto di vista nutrizionale.
«Sia ben chiaro che, finché lo si fa saltuariamente, circa una volta a settimana, e con moderazione, non ci si deve preoccupare - spiega Arsenio -. Certo non si tratta di apporti calorici necessari all'organismo, ma un momento di svago di tanto in tanto, bevendo un bicchiere di vino o una birra con gli amici, e accompagnando il drink con due olive o un salatino, non è grave».
«Non deve sostituire la cena»
Il problema, certo, si presenta quando l'happy hour diviene un'abitudine ripetuta e continua: «Se l'aperitivo lungo finisce per sostituirsi
alla cena o al pranzo, si va incontro a una carenza nutrizionale. I pasti della giornata devono essere tre e l'apporto calorico adeguatamente
distribuito - continua Arsenio -. Io faccio spesso il paragone con il fiume a correnti torrentizie o a corrente continua. La seconda è
decisamente preferibile». Se invece si beve alcol, si mangiano stuzzichini, e poi si cena? «Allora non c'è più carenza, ma un errore
nutrizionale, perché si favorisce l'apporto di nutrienti non salutari. E il peso ne risente».
Occhio ai trigliceridi
I rischi sono l'ipertrigliceridemia, il pericolo di affezione all'alcol, con tutto ciò che questo comporta, e conseguenze negative per l'
apparato digerente. Vade retro stuzzichini, patatine e salatini, quindi, ma attenzione: perché consumare alcol a stomaco vuoto è decisamente più pericoloso. «Ci sono effetti metabolici per nulla positivi, e raddoppia il rischio dell'ipersecrezione gastrica» specifica l'esperto.
«Niente alcol ai giovanissimi»
Un discorso a parte va poi fatto per i giovanissimi: sempre più spesso il costume dell'aperitivo coinvolge anche i minori «ai quali è
sconsigliatissimo bere alcol, perché il loro fisico non è ancora predisposto a metabolizzarlo» puntualizza il professore. Ma i dati diffusi
dall'Osservatorio nazionale sull'alcol rivelano che tra il 1995 e il 2000 l'abitudine di bere alcolici lontano dai pasti è aumentata tra i
teenager del 104 per cento. Raggiunge quasi il milione il numero di ragazzi sotto i sedici anni che bevono regolarmente. Statistiche a parte,
poi, anche nella nostra città è facile riscontrare come, negli ultimi anni, dalle mani dei più giovani stiano pian piano svanendo i classici
brick di the freddo e le lattine di cola, per lasciar spazio ai più mondani spritz e Campari. I soft drink, a quanto pare, hanno fatto il
loro tempo.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)