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"Aquaholic", ovvero dipendenza dall'acqua

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La dipendenza da acqua esiste e chi ne soffre è un "aquaholic"
Roberta Ragni
Medici e nutrizionisti consigliano sempre di bere molta acqua, fondamentale per il benessere del nostro corpo soprattutto quando fa caldo, ma bere 16 litri in un solo giorno può portare in ospedale.
E' successo a una giovane PR londinese Joanne Jarvis, che si è sentita male dopo aver consumato ben 16 litri in un solo giorno, a fronte dei

suoi "abituali" 6 litri giornalieri.
Joanne ha deciso di raccontare la propria esperienza al Daily Mail, dopo aver letto le confessioni di Nigella Lawson, personalità di successo

della televisione inglese che aveva parlato della propria dipendenza dall'acqua e dell'overdose da acqua dell'attore inglese Anthony Andrews avvenuta nel 2003.
Vengono oramai chiamate "aquaholic" le persone che non possono resistere al richiamo dell'acqua e che ne bevono quantità spropositate senza alcun freno, causando gravi danni al proprio corpo. Sebbene inusuale, si tratta di una vera e propria patologia da dipendenza, alla stregua dell'alcolismo. Joanne, confessandosi, ha dichiarato "Io non bevo acqua perché mi fa bene, bensì perché mi piace", "non posso credere a quello che ho fatto. Mi sono quasi uccisa...con l'acqua!", ha aggiunto la ragazza.
Di eccessiva assunzione di acqua, infatti, si può anche morire, come è successo ad un atleta della maratona di Londra del 2007, che ha avuto complicanze cerebrali dopo aver bevuto troppa acqua.
Il British Dietetic Association pone limiti ben precisi e raccomando di rispettare la quantità di 1.5, 2 litri al giorno per un individuo

adulto di circa 60kg. Solo così è possibile difendersi da calcoli renali, infezioni urinarie e tumori alla vescica causati da un quantitativo

di acqua assunta troppo basso e ipnoatremia ed eccessiva presenza di elettroliti nel sangue legati a un consumo eccessivo.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)