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Arezzo: lo sballo alcolico del sabato sera è sempre più giovane

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Alcol, lo sballo del sabato sera è sempre più giovane .
Nadia Frulli
Un bicchiere dopo l'altro: per rompere il ghiaccio, la noia e gli schemi. A bere alcolici sono sempre più spesso i giovanissimi. La prova

arriva nei fine settimana o nelle serate in cui si svolgono eventi particolari. Un esempio gli aretini lo hanno avuto lo scorso 17 giugno,

serata di cene propiziatorie della Giostra del Saracino nei quartieri cittadini. Quella notte al pronto soccorso dell'ospedale San Donato

sono arrivati 10 ragazzini tra i 15 e i 17 anni (due di loro erano ragazze), proprio per abuso di alcol. La punta di un iceberg composto da

decine e decine di ragazzini che ogni un anno approdano alle strutture sanitarie aretine dopo aver bevuto tanto, troppo.
Il fenomeno ha già un nome - Binge Drinking - ma resta nascosto ed è sottovalutato da società e famiglie. E quando emerge è difficile da da

accettare.
"Su questo fronte - spiega il dottor Paolo Dimauro responsabile del Sert di Arezzo - lavoriamo molto sulla prevenzione. Con i nostri progetti

siamo entrati in contatto con tutti gli studenti delle scuole superiori della provincia e siamo presenti anche nei luoghi del divertimento.

Si cerca di sensibilizzare i ragazzi. Perché anche se non ci sono dati precisi, sappiano che il fenomeno esiste, è in crescita, e purtroppo

non è abbastanza considerato".
Un fenomeno subdolo, che vede i ragazzini bere in modo totalmente diverso a come viene concepito il consumo di alcol nella nostra cultura. Il famoso bicchiere di vino ai pasti per questi giovanissimi non esiste. Esistono invece le grandi bevute nel fine settimana, proprio come accade nei Paesi del Nord Europa. Così in casa e con gli amici durante la settimana gli adolescenti non toccano alcol, poi nei week end arrivano le sbornie. Un comportamento che non si associa subito ad una dipendenza, ma che non il passare del tempo può creare gravi problemi.

Un atteggiamento che si paga anche sulle strade, in termini di giovani vite stroncate negli incidenti del sabato sera.
"L'Italia - spiega Dimauro - è il primo Paese in Europa per l'età dei bevitori precoci. Stando agli ultimi studi il primo bicchiere si beve a

11 anni". Insomma i bevitori sono sempre più precoci e quando le famiglie se ne accorgono spesso non sanno a chi rivolgersi. "Da parte nostra - continua Dimauro - c'è tutta la disponibilità ad occuparci di questi ragazzi su segnalazione delle famiglie. Possono anche venire qui (al Sert ndr), senza appuntamento, per avere le prime indicazioni. Troveranno delle risposte".
Presso il Sert attualmente sono seguite 265 persone della zona sanitaria aretina con dipendenza da alcol, di cui 29 sono entrati in contatto

con il servizio dall'inizio del 2011. Un numero stabile negli anni. Tra loro ci sono pochi giovani sotto i 20 anni, mentre nella maggior

parte dei casi di tratta di uomini e donne dai 35 ai 40 anni. "Gli interventi hanno di solito un buon risultato - spiega Dimauro - e

moltissimi riescono a liberarsi da questa dipendenza e tornare a vivere una vita normale".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)