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ASAPS: incidenti stradali, abuso di sostanze e comportamenti autolesivi

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L'analisi: troppi suicidi correlati agli incidenti stradali

Un giovane di 22 anni aveva alcol e droga nel sangue, imbocca contromano la tangenziale di Vicenza. Inevitabile lo scontro frontale con

un'altra vettura guidata da un ignaro, e incolpevole, conducente, muore Alex Di Stefano, di 24 anni. La mamma del ragazzo deceduto

nell'incidente non riesce a reggere un dolore così grande, Carla Tessari, di 48 anni, decide quindi di farla finita con questa vita

"ingiusta". Salgono così a due le vittime di questa ennesima tragedia della strada. La riflessione sull'episodio, molto amara, arriva

dall'Associazione amici sostenitori polizia stradale: "Sono notizie che gettano nello sconforto. Proprio ora che la nostra incondizionata

adesione alla proposta di legge popolare sull'introduzione di una quarta forma di omicidio, quello stradale, voluta dall'associazione Lorenzo

Guarnieri di Firenze, sembra aver ottenuto un grande successo partecipativo. Migliaia di adesioni in pochi giorni vorranno dire qualcosa no?

È evidente che nonostante la crescente attenzione, sulle strade è consentita troppa libertà. Non di movimento o di circolazione; non

dell'accezione del sostantivo che si oppone a schiavitù o prigionia. Intendiamoci bene: parliamo di "libertà" come affrancamento da ogni

regola. Libertà di fare tutto ciò che è lesivo della vita altrui.
Bere fino a riempirsi il naso di vino, birra o superalcolici potrebbe anche essere un fatto personale. Così anche drogarsi che, più o meno

(se si eccettua il fatto che la droga è illegale) è la stessa cosa.
Chi accetterebbe, dopo aver ottenuto il divieto di fumo nei locali pubblici, di sedere a tavola accanto a una persona che si accende

sigaretta, sigaro o pipa? Dunque: perché dobbiamo tollerare che sulla strada qualcuno "fumi" vino, birra, superalcolici, hascisc, acidi,

cocaina, eroina e tutte le sostanze psicoattive note o non note, e che questo poi incroci la nostra rotta e ponga fine alla nostra vita?".

Fin qui la riflessione e lo sfogo dell'Asaps di fronte a episodi che non si riesce a qualificare in nessun modo tanto risultano aberranti.
Naturalmente l'Asaps non si ferma a questo poiché l'associazione effettua un monitoraggio accurato di tutto quanto avviene sulle nostre

strade ecco quindi puntuale la statistica sul fenomeno dei "contromano": "Dal primo gennaio al 5 giugno 2011, si sono registrati 110 veicoli

lanciati in direzione contraria, 64 dei quali (58,2%) in strade a doppia carreggiata. Si tratta di un fenomeno che quest'anno ha già fatto

segnare tre vittime in più di tutto il 2010, a causa di alcuni eventi plurimortali: abbiamo infatti 23 persone uccise (18 gli eventi mortali,

pari al 16,4%) e 92 ferite (in 31 incidenti con lesioni, il 28,2% del totale). Nel 2010 contammo 20 morti e 166 feriti.
Se si tiene conto che 51 veicoli contromano sui 110 rilevati (46,4%) sono stati bloccati dalle forze di polizia e che altri 8 sono veicoli

che hanno percorso considerevoli tratti di strada riuscendo poi autonomamente ad uscire indenni da tali situazioni (7,3%), è evidente che

quando gli eventi sono caratterizzati da collisione, dunque 51 (mentre 59 sono quelli risolti o con il fermo del veicolo o con il suo

autonomo disimpegno) ci scappa sempre il morto o il ferito.
In 28 casi è stata accertata l'ebbrezza del conducente (25,4%), mentre in altri 5 (4,5%) Polizia Stradale e Carabinieri hanno verificato la

presenza di droghe. Il 14,5% degli episodi, 16 in tutto, è stato invece innescato da conducenti anziani, over 70, mentre il 10,9% (12 eventi)

ha visto protagonisti cittadini stranieri".
Ma queste sono solo le statistiche relative ai sinistri con il computo delle persone coinvolte direttamente negli incidenti e, purtroppo, le

cifre sopra riportate sono destinate a ingrossarsi:
"La strada, quando uccide, non falcia solo le vite di chi la percorre. Arriva lontano, subdolamente. Strazia il cuore di chi resta, distrugge

la vita dei superstiti, spesso segnati per sempre dalle ferite, rende insopportabile, perché inaccettabile, il modo in cui tutto avviene.
Nell'osservatorio che Asaps ha istituito per monitorare il fenomeno dei suicidi successivi ad eventi occorsi sulla strada, è finito anche il

contromano letale di Vicenza. Dal 1997 ad oggi i casi italiani di suicidio o tentato suicidio di cui abbiamo trovato traccia sono 33, e 23

dei quali sono purtroppo riusciti (21 dal 2009).
Una prima scomposizione ci ha permesso di accertare che 20 episodi (61%) sono riconducibili al ritiro della patente a seguito di

un'infrazione legata all'uso di alcol e droga. Infatti in 17 casi la conseguenza è stata la guida in stato di ebbrezza da alcol, in 3 episodi

la guida sotto l'effetto di stupefacenti. Solo in due casi era stata accertata un'infrazione ordinaria.
Sono 2 i casi conseguenti a bocciatura all'esame per la patente di guida. Mentre sono 9 gli episodi conseguenti ad incidenti stradali. 4 gli

episodi indiretti, cioè del suicidio di un componente la famiglia e non del conducente, come nel caso di Carla Tessari.
In 4 casi è emerso un elemento di carattere psichiatrico e in 3 il rimorso, ma su questo ultimo elemento numerosi episodi saranno sfuggiti

all'osservazione.
La maggior parte dei suicidi o dei tentativi ha visto come protagonisti ragazzi, in particolare sotto i 25 anni, con 12 casi (36,4%). Nella

classe d'età da 25 a 40 anni 6 episodi (18,2%), fra i 40 a 50 anni 6 gesti estremi (18,2%), da 50 a 60 anni 2 casi (6,1%), e altri 4 sopra i

60 anni (12,1%). Di alcuni episodi non è stato possibile risalire all'età".

Il tema dei suicidi è stato già al centro di un'inchiesta completa dell'Asaps pubblicata sulla rivista "il Centauro" del giugno 2010, ed è

riportata sul portale dell'associazione

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)