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Ascoli: alcol, sempre emergenza

Ascoli: alcol, sempre emergenza

In luglio 45 casi di guida in stato di ebbrezza, altri 15 in agosto
Ascoli - Nel mese di luglio la polizia stradale ha ritirato nella nostra provincia 45 patenti ad automobilisti che all'esame

dell'etilometro sono stati trovati con un tasso alcolico superiore a quanto previsto dal Codice della strada. Alcuni di loro

erano anche sotto effetto di stupefacenti. Il trend non accenna a diminuire nel mese di agosto. Nei primi dieci giorni,

infatti, 15 automobilisti sono incappati nei rigori della legge. Una statistica che preoccupa e spinge i tutori dell'ordine

ad intensificare i controlli sulle strade. La legge 120 ha modificato 80 articoli del vecchio Codice. Ai giovani patentati

non è consentita nemmeno l'ebrezza leggera (tasso alcolico compreso fra 0,5 e 0,8 per litro di sangue). La sanzioni vanno da

500 e 2 mila euro ma se si dovesse provocare un incidente viene revocata la patente per due anni e i giorni di fermo

amministrativo salgono a 180. E' scattato anche il divieto di vendere alcolici nei motel delle autostrade dalle 22 alle 6. I

ristoratori dovranno dotarsi di un etilometro da mettere a disposizione dei clienti in modo che possano rendersi conto del

proprio tasso alcolico nel momento in cui lascia il ristorante per mettersi al volante. Tornando ai dati è ancora più

inquietante il rilievo che il maggior numero di casi di guida in stato di ebrezza è stato registrato durante le ore diurne

con il coinvolgimento soprattutto di giovani. Altrettanto preoccupanti i dati rilevati dal controllo con il telelaser ed i

normali velox della velocità lungo la Superstrada Ascoli Mare e le principali arterie. "Le nuove norme del Codice della

strada - sottolinea il direttore Confcommercio Giorgio Fiori - contengono maggiori limiti sia per i cittadini, sia per gli

imprenditori ed è quindi da apprezzare che sia stato aumentato il numero dei soggetti che gestiscono l'alcol sui quali si

abbatteranno le restrizioni, così come appare accettabile la logica con cui queste sono state articolate. L'alcol e il modo

in cui questo viene consumato - precisa Fiori - è da considerarsi un fenomeno sociale e la Confcommercio anche nel difendere

gli interessi dei propri associati, deve sempre tenere presente il livello di responsabilità sociale, soprattutto quando le

devianze riguardano la sfera giovanile. L'esperienza comunque insegna - conclude Giorgio Fiori - che i divieti da soli

servono a poco e che anzi possono produrre per paradosso l'effetto contrario a quello auspicato. Forse, piuttosto che vietare

l'alcol sarebbe più efficace lavorare su un altro concetto: non bisogna abusare dell'alcol perché fa male e non perchè

proibito".
sandro conti