Asfalto Rosso: sicurezza stradale e bere responsabile, un film racconta
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Da sempre il vino ha una duplice valenza. Il vino è vita, è sangue, conoscenza, persino immortalità. Il vino è piacere,
festa, convivio. Ma il frutto della vite comporta anche ebbrezza, trasgressione.
Un piacere che deve essere controllato e somministrato in maniera sapiente. Questi paradigmi valgono anche nella vita
moderna. A ribadire la loro attualità giunge Asfalto Rosso, un film promosso da Bayer insieme a una serie di partner che sarà
pronto nella primavera del 2011. Per il momento sono iniziate le riprese in diverse location, tra cui l'autodromo di Monza e
la cantina di San Patrignano. Del cast fanno parte personaggi famosi come Susanna Messaggio, Edoardo Raspelli, il conduttore
di Melaverde e dj Ringo, tutti testimonial di un bere responsabile, ai quali si aggiungono giovani attori a partire dal
protagonista Riccardo Sardonè, apparso nel film per la tv Incantesimo e in "Scusa ma ti chiamo amore" di Federico Moccia.
Il bere sbagliato e quello buono
La storia è quella di un errore e di un riscatto. Il protagonista è un giovane pilota di successo, ma infantile e arrogante,
che una sera, dopo una vittoria beve troppo e si mette alla guida con a fianco la moglie incinta per affrontare una gara
clandestina. Si verifica un incidente nel quale lui perde l'uso delle gambe e la moglie il bambino che aveva in grembo.
"All'interno del film - racconta il regista Ettore Pasculli - ci sono alcune scene volutamente forti e violente che mettono
in guardia contro le drammatiche conseguenze degli incidenti stradali scelte per sensibilizzare l'utente".
La sua vita va a pezzi: è fuori dalle gare, la moglie lo abbandona e deve risolvere problemi gravi con la giustizia. Decide
di isolarsi, di sparire e di dimenticare tutto ciò che è stato. Si mette a fare consulenza sportiva in una scuola di un
paesino di provincia e chiede ai genitori l'uso di un pezzo di terra per iniziare una piccola produzione di vino.
Proprio in questo lavoro legato alla concretezza della terra scopre un nuovo rapporto con il bere che è assaporare, scoprire
profumi raffinati e gusti sempre nuovi, esplorare il vino inteso come espressione culturale a partire dal quale è possibile
sviluppare una mappa infinita di sapori e di emozioni.
"Il nostro obiettivo - spiega Pasculli - non è quello di colpevolizzare il rapporto con il vino né quello con la velocità. I
giovani hanno voglia di mettere alla prova i propri limiti, è bene però che lo facciano nel contesto giusto. Chi ama la
velocità può correre su pista, chi vuole bere lo può fare con moderazione, apprezzando molto meglio quello che consuma. Chi
beve in ogni caso non deve mettersi alla guida rischiando la vita propria e quella degli altri