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Aspetti psicologici della dipendenza da cellulare

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Cellulare e dipendenza
Dott.ssa Valeria Cani


Il telefono cellulare è diventato il nostro nuovo organo sensoriale, quello che ci permette di stare in contatto col mondo, in alcuni casi esiste però anche un legame tra cellulare e dipendenza.


La confluenza multimediale, vedersi, scriversi, parlare, guardare filmati, musica, scambiarsi messaggi, trovare informazioni di ogni genere, conservare, archiviare, dà alla nostra nuova mente la possibilità di integrazione in questo universo il cui unico parametro sembra essere la globalizzazione.


Il nostro modo di comportarci, di pensare, di percepire il mondo superando distanze temporali e spaziali, passa attraverso il nostro cellulare che oramai non è più solo un telefonino: è tutto, è il nostro io.


Questo strumento fa sì che "qualcosa" diventi "tutto", "ovunque" diventi "qui" e fa in modo che "quando" diventi "adesso". Ma questa vicinanza dà dipendenza? Non è più possibile fare a meno di tutto-qui-ora? Il telefonino è diventato a far parte integrante del nostro sistema nervoso? Gli adolescenti, ma anche molti adulti, hanno sviluppato un legame psicologico col proprio telefonino, attrezzo che permette di essere nel mondo e di tenere tutta la realtà sotto controllo. Si può notare come queste persone hanno un legame con lo strumento fine a se stesso piuttosto che utilizzarlo allo scopo per cui è stato inventato, cioè comunicare "con" gli altri. La concentrazione sui tasti e sullo schermo è tale da far passare in secondo piano lo scopo della comunicazione o conoscenza.


L'esagerato bisogno di essere in contatto con gli altri e col mondo porta a uno scambio quantitativamente esagerato, ma si impoverisce inesorabilmente la qualità dello scambio. Ci sembra di essere più vicini, ma in realtà lo siamo solo attraverso suoni, immagini, parole. Si impoveriscono cioè le relazioni, mancano il calore umano, l'intimità, il dialogo vero, e le emozioni non sono più condivise, dunque viene a mancare il riconoscimento dell'altro.


L'importante è mantenere con l'altro il canale aperto, il contatto, la vicinanza paradossale ed eccessiva con udito, vista, tatto ma dove manca "soltanto" la presenza fisica, e la distanza, notoriamente, è una buona difesa.


Ci mancano le parole per un sms? Inviamo un'immagine. Non sappiamo come dire una certa cosa? Mandiamo una canzone. E spedire una fotografia appena scattata coinvolge due persone nello stesso contesto pur a chilometri di distanza.


La barriera multimediale per qualcuno è una via facilitante, chi ha difficoltà e non riesce ad interagire di persona utilizza canali indiretti allo scopo, ci auguriamo, di aprire poi la strada alla relazione di persona!


Chi possiede un cellulare è sempre reperibile, dà il permesso a chiunque di intromettersi nella sua intimità dell'avere a che fare solo con se stesso in qualsiasi momento della giornata e della notte. Se abbiamo il cellulare con noi chiunque può sapere sempre dove siamo e cosa stiamo facendo, cosa stiamo provando. Questa intrusione nella nostra vita può essere vissuta negativamente dalla nostra autonomia e dalla nostra identità.


È sufficiente trovare il coraggio di trascorrere qualche ora lontani, anzi, lontanissimi dal nostro cellulare e provare ad ascoltarci cosa ci succede dentro. In poco tempo ci renderemo conto quanto dipendiamo da questa tecnologia!


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)