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Assessore regionale Politiche Sociali presenta "Progetto Dipendenze 2009"

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Stefano Valdegamberi: ''Prevista una programmazione non solo di cura, ma soprattutto di cultura ed educazione. E' necessario recuperare tra i giovani il senso di responsabilità e la consapevolezza che l'uso di fumo, alcool e droghe è sempre e comunque dannoso''
Verona - E' stato presentato a Verona, presso la sede dell'Ulss 20 dall'assessore regionale alle Politiche Sociali del Veneto, Stefano Valdegamberi, il 'Progetto Dipendenze 2009', con il quale la Regione del Veneto ha definito gli obbiettivi e le strategie per combattere l'abuso di alcool, tabacco, eroina, cocaina, ecstasy e altre sostanze psicoattive tra la popolazione e in particolare tra i giovani e giovanissimi. Tra queste generazioni infatti, l'uso e l'abuso di sostanze tossiche e psicoattive e' andato via via aumentando, con conseguenze che mettono a rischio i progressi ottenuti relativamente allo stato di salute della popolazione veneta.
Per cercare di intervenire ed affrontare questa emergenza, la Regione del Veneto ha inteso elaborare questo progetto, individuando le aree e le azioni prioritarie di intervento, i criteri per l'organizzazione e lo svolgimento delle attivita' sanitarie e sociali, indicando, altresi', le modalita' della loro integrazione e precisando i rapporti tra gli enti locali, le famiglie e tutti i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio.
Anche in Veneto, il fenomeno della diffusione ed uso di sostanze stupefacenti e psicotrope e' caratterizzato da una forte evoluzione verso l'introduzione nei consumi di sostanze stimolanti, quali la cocaina e i vari tipi di anfetamine, con modalita', comportamenti e rituali sociali sempre piu' tollerati e ''normalizzati'' all'interno di vari contesti dell'intrattenimento, sportivo, scolastico, lavorativo.
Da qui l'esigenza di una forte integrazione tra politiche sanitarie e sociali in un contesto unitario di programmazione. L'obbiettivo del progetto e' quello di educare per contrastare le conseguenze di stili di vita fortemente condizionati da specifiche forme di dipendenza, che costituiscono rilevanti fattori di rischio per la salute. Educare i giovani ad assumere comportamenti corretti e promuovere stili di vita sani, significa, infatti, prevenire forme di dipendenza, depressioni e disturbi del comportamento.
Attualmente il sistema veneto delle dipendenze si articola in 21 Dipartimenti (funzionali) per le dipendenze, 38 Servizi per le Tossicodipendenze (SER.T), 5 Comunita' Terapeutiche pubbliche, 32 Enti Ausiliari, oltre 600 gruppi di auto aiuto e oltre 60 Associazioni di Volontariato.
Il progetto, che ha una valenza triennale, puo' contare su 3 milioni 150 mila euro annui per azioni di prevenzione, di cui il 30% per iniziative di interesse regionale e il 70% per iniziative realizzabili in ambiti territoriali-Ulss. In particolare gli interventi riguarderanno la prevenzione selettiva, i trattamenti innovativi riferiti a vecchie e nuove dipendenze con attenzione alle fasce adolescenziali, il reinserimento socio lavorativo, l'attivita' di comunicazione e informazione.
''Si tratta - ha sottolineanto l'assessore Valdegamberi - di un progetto che prevede una programmazione non solo di cura, ma anche e soprattutto di cultura e di educazione. E' necessario, infatti, recuperare tra i giovani il senso di responsabilita' e la consapevolezza che l'uso di fumo, alcool e droghe e' sempre e comunque dannoso non solo per se', ma anche per gli altri. Noi - ha sottolineato Valdegamberi - potremmo anche aumentare a dismisura le risorse per le cure e l'informazione, ma se alla base non vi e' questa consapevolezza otterremo scarsi risultati. E' necessario cambiare il modo di concepire la nostra vita e il mondo che ci circonda, e' necessario aumentare tra i giovani il senso di responsabilita'''.
A questo proposito l'assessore veneto ha voluto fare un appello ai genitori, primi responsabili dell'educazione dei figli, affinche' i giovani recuperino il senso del dovere, ''dove nulla e' dovuto e dove tutto si ottiene con sacrificio ed impegno. Credo - ha concluso Valdegamberi - che il volontariato sia una grande palestra sociale e dove chi si impegna difficilmente cade preda di tossicodipendenze, per cui esorto i genitori ad indirizzare i propri figli ad una qualche esperienza di volontariato''.