Assobirra vara un nuovo codice di autoregolamentazione per la pubblicità
Assobirra vara un nuovo codice di autoregolamentazione per la pubblicità
Per dire no all'abuso di alcol e diffondere la cultura del bere responsabile.
Per gli associati che sbagliano sanzioni economiche per finanziare la ricerca.
I produttori di birra europei hanno lanciato oggi una nuova parola d'ordine: "No a favorire l'abuso di alcol, sì al bere
responsabile" e chi trasgredisce deve pagare, pena l'espulsione dall'Associazione. Insomma, linea dura nei confronti delle
aziende che in Europa decidessero di lanciare campagne pubblicitarie o promozionali non in linea con i nuovi standard di
autoregolamentazione presentate oggi dall'Associazione europea "Brewers of Europe" (Boe).
All'annuncio di Bruxelles, "Assobirra", che riunisce il 98% dei produttori di birra italiani, ha risposto con il varo
immediato di un nuovo codice di autodisciplina pubblicitaria in cui si assicura "che la comunicazione commerciale della birra
in qualsiasi forma, comprese etichette e confezioni, e con ogni mezzo - televisione, cinema, internet, stampa, operazioni
promozionali sul punto vendita ed altre - sia conforme al principio del bere responsabile". È l'ultimo tassello di percorso
che ha permesso di realizzare numerose campagne, come"Le parole per dirlo" patrocinata dal Ministero della gioventù. Ma anche
"Se aspetti un bambino l'alcol può attendere", e ancora "O bevi, o guidi". Filippo Terzaghi, direttore di Assobirra, tiene a
sottolineare che "l'industria è consapevole che la comunicazione del prodotto debba sempre e comunque essere ispirata al
concesso di bere responsabile". Il nuovo programma di autoregolazione si inserisce, aggiunge, "in questo percorso di
responsabilità sociale, in linea con gli standard condivisi a livello europeo, e con l'obiettivo di garantire meccanismi di
maggior efficienza, rapidità e rigore".
In base al nuovo codice quindi, non si può incoraggiarne il consumo smodato o irresponsabile di birra o presentare in una
luce negativa l'astinenza e la sobrietà; tanto meno, mostrare persone che appaiano in stato di ubriachezza o presentare, in
una luce positiva l'ubriachezza. Inoltre, la pubblicità non potrà essere destinata ai minori, o ancora collegata direttamente
o indirettamente con la guida di mezzi di trasporto di qualsiasi tipo. Non ultimo, non può indurre a credere che il consumo
di birra contribuisca al successo sociale o sessuale. Chi trasgredisce sarà confrontato ad un nuovo "giurì" che avrà 10
giorni per pronunciarsi. Una campagna considerata "colpevole" dovrà essere ritirata, altrimenti scatteranno sanzioni
economiche i cui proventi andranno a finanziare attività di ricerca e prevenzione sull'abuso di alcol. Il segretario generale
dei produttori di birra europei, Pierre-Olivier Bergeron ha tenuto a sottolineare: "L'Italia ci fa sognare per la sua cultura
del bere e il suo impegno". Fonte: Ansa - Autore: Patrizia Lenzarini