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Asti, un'occupazione per chi cerca di uscire da droga e alcol

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Asti, un'occupazione per chi cerca di uscire da droga e alcol
Con i programmi terapeutici dell'Asl AT, assegnate le prime otto Borse di Lavoro, finanziate dalla Compagnia San Paolo, al progetto

"Occupiamoci" ideato dal Dipartimento delle Dipendenze
Borse lavoro per chi, inserito nei programmi terapeutici dell'Asl AT, cerca di uscire dalla droga o dall'alcol: uno strumento su cui il

Dipartimento delle Dipendenze, diretto da Maurizio Ruschena, ha maturato un'esperienza consolidata. Negli ultimi dodici anni sono state 226

le borse lavoro attivate, potendo contare sulla sensibilità di 38 aziende, 23 cooperative sociali, 9 enti pubblici.
Grazie al contributo concesso di recente dalla Compagnia di San Paolo, nei prossimi dodici mesi saranno avviate altre 8 borse lavoro, rivolte

in particolare a soggetti tossico-alcoldipendenti in trattamento, con reati alle spalle e a cui la legge consente di scontare la pena

detentiva all'esterno del carcere.
Secondo il progetto "Occupiamoci", messo a punto dal Dipartimento delle Dipendenze, le 8 borse lavoro saranno prioritariamente rivolte a

soggetti ultra40enni in condizioni sociali precarie; avranno una durata di sei mesi, prorogabile di altri sei per casi particolarmente

svantaggiati.
Nelle 30 ore di lavoro settimanali, gli occupati, affiancati da una tutor, seguiranno la manutenzione delle aree verdi, in accordo con i

Comuni, oppure assicureranno la raccolta differenziata dei rifiuti affidata a cooperative sociali; le donne saranno impegnate in lavori di

pulizia, in locali pubblici o privati.
" ‘Occupiamoci' - sottolinea l'assistente sociale Claudia Collo, referente del progetto - punta a dare nuove motivazioni alla persona,

promuovendo una maggiore adesione al trattamento terapeutico, attraverso un'occupazione giornaliera, e potenziando le sue attitudini

lavorative".
Recupero e reinserimento: due parole chiave per il Dipartimento delle Dipendenze, che attualmente ha in carico 729 utenti, di cui 485 in

trattamento per dipendenza da droghe, 219 da alcol, 25 per gioco d'azzardo patologico.
"Migliorare la propria situazione personale, relazionale ed economica - spiega il direttore Maurizio Ruschena - significa contrastare l'

emarginazione determinata dalla carcerazione e dall'uso di droghe, cambiare abitudini e frequentazioni negative, raggiungere un'autonomia

economica che spesso porta a troncare rapporti di dipendenza da altre persone o situazioni esse stesse causa della tossicodipendenza e della devianza sociale".
Il contributo assicurato dalla Compagnia di San Paolo, attinto dal budget delle "Linee guida in ambito carcerario", ammonta a 27 mila 500

euro. L'Asl AT, comparteciperà al cofinanziamento del progetto sostenendo l'attività di quattro operatrici (le assistenti sociali Claudia

Collo, Sara Deflorian, Sara Bigliani e quella amministrativa Graziella Fanelli), oltre al direttore Maurizio Ruschena.
Per la realizzazione del progetto ci si avvarrà della collaborazione della tutor per gli inserimenti lavorativi Monica Alessio della

Cooperativa JoKKo, che collabora da tempo con il Dipartimento delle Dipendenze negli interventi di inclusione sociale e lavorativa.
Soltanto nel 2010 il Dipartimento delle Dipendenze ha attivato 23 borse lavoro trimestrali. "Nei 2/3 dei casi - ricorda Claudia Collo - l'

esperienza lavorativa si è trasformata in un contratto a tempo determinato: obbiettivo a cui guardiamo anche oggi, nonostante la crisi

economica stia mettendo in difficoltà enti pubblici e cooperative sociali dell'Astigiano".
Dal territorio, intanto, si moltiplicano le richieste di aiuto da parte di soggetti svantaggiati.
"Non ci sono solo - conferma Ruschena - i nostri utenti a sottolineare il proprio disagio economico o sociale: analoghe segnalazioni giungono

da altri soggetti anche alla Caritas, Coordinamento Asti Est, Associazione Effatà (affianca i carcerati di Quarto) e alle parrocchie. La

nostra esperienza indica come il lavoro sia parte integrante del processo di reinserimento socio-riabilitativo: in particolare per i detenuti

rappresenta un veicolo fondamentale per la ripresa delle relazioni sociali esterne e un'opportunità per porre le basi per un'effettiva

autonomia economica".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)