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Aumenta il consumo di sigarette, soprattutto tra i giovani

Aumenta il consumo di sigarette, soprattutto tra i giovani

AUMENTA IL CONSUMO DI SIGARETTE, SOPRATTUTTO TRA I GIOVANI
Nel 2014 cresce la vendita di tabacco e per colpa di campagne inefficaci anti-fumo resta stabile il numero di fumatori, 11 milioni. L'Istituto nazionale della sanità: "Per un adulto che smette c'è un un ragazzo che inizia"


La crisi ha cambiato il modo di fumare ma non ha ridotto il numero di fumatori, che in Italia è rimasto stabile negli anni a quota 11 milioni. E se crescono, anche se di poco, le vendite delle sigarette (+0,5%), per risparmiare molti fumatori hanno rinunciato al tradizionale pacchetto di bionde, optando per le sigarette fatte a mano. La percentuale di chi ha comprato direttamente tabacco e cartine è raddoppiata in due anni, passando dal 9,6% al 17%. In calo invece quella degli utilizzatori di sigarette elettroniche, scesa dal 4% del 2013 al 2% di fine 2014.


Sono questi i numeri presentati in occasione della Giornata mondiale contro il fumo, dall'Istituto superiore della sanità e dall'Istituto Mario Negri  di Milano. Dati che lasciano pochi dubbi e certificano il parziale fallimento delle misure adottate negli ultimi dieci anni nel Bel Paese per combattere il tabagismo. "Per ogni adulto che smette di fumare, un giovane inizia - spiega Roberta Pacifici, direttore dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell'Istituto superiore di sanità  -  La situazione è di stallo e riguarda tutte le fasce di età. I principali consumatori sono uomini. La prima bionda si accende intorno ai 18 anni e in media si smette intorno ai 42". Inoltre gli italiani accendono più sigarette che nel 2013, in media 13 ogni giorno invece di 12,6.


Il problema è che qui da noi l'ultimo provvedimento davvero efficace nella lotta contro il fumo è stata la legge Sirchia, che ha già più di dieci anni. "Questo significa che le strategie di prevenzione anti-fumo vanno ripensate", prosegue Pacifici. Nonostante tutto, gli italiani sono tra gli europei che fumano di meno. Solo uno su cinque fuma (21% della popolazione)secondo Eurobarometro. Più virtuosi di noi ci sono solo i  finlandesi (19%) e gli svedesi (11%). I fumatori più accaniti in assoluto sono invece greci (38%) e bulgari (35%).


Contrastare il potere delle multinazionali del tabacco è difficile. I loro bilanci godono di buona salute. L'americana Altria, attuale nome della Philip Morris, la giapponese Japan Tobacco, le britanniche British American Tobacco e Imperial Tobacco, insieme alla non quotata China National Tobacco, si spartiscono l'80% del mercato mondiale della sigaretta, raggiungendo un giro d'affari di 147,4 miliardi nel 2013, con profitti netti in crescita del 9,1% negli ultimi 3 anni secondo la banca dati S&P Capital IQ. Competere con queste potenze economiche, che investono grandi somme in promozione è arduo. "L'industria del tabacco utilizza i media, il cinema e la moda per farsi pubblicità - sottolinea l'oncologo Umberto Tirelli -. Ad esempio di recente al gran premio di Montecarlo Vettel, il pilota della Ferrari, ha potuto fare pubblicità alle sigarette in quanto lì questo è ancora possibile".  


(...omissis...)


Stefania Aoi


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/stili-di-vita/2015/06/09/news/aumenta_il_consumo_di_sigarette_soprattutto_tra_i_giovani-116437842/?refresh_ce


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)