Ausl di Parma: statistiche sui consumi
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Sempre più dipendenti, e sempre prima. I dati che emergono dal rapporto annuale Osservatorio sulle dipendenze, presentato
ieri mattina dall'Ausl di Parma, in relazione all'anno 2009, tracciano un quadro chiaro: sono in aumento le persone che si
rivolgono ai servizi della provincia di Parma per problemi di dipendenze e l'età media degli utenti «a carico» si è
abbassata.
Considerando complessivamente le tre tipologie di utenti, riconducibili alle aree problematiche alcol, droghe e gioco d'
azzardo, è possibile rilevare un incremento percentuale del numero di assistiti rispetto al 2008 del 3,5%. Gli utenti seguiti
dai Ser.T. lo scorso anno sono stati 1697. Più uomini che donne - l'83% è infatti maschio - e più giovani: l'età media degli
assistiti tossicodipendenti, infatti, è di 34,6 anni, ma la media dei nuovi utenti (29,2 anni) risulta nettamente più bassa
rispetto agli utenti già in carico (35,7 anni).
A dare dipendenza, però, possono essere tante sostanze: per quanto riguarda gli stupefacenti, i dipendenti che si sono
rivolti ai Ser.T. aziendali ammontano a 1.336, di cui il 68.3% seguiti dai Ser.T. del distretto di Parma. Tra le persone
assistite, le sostanze d'abuso prevalenti rimangono complessivamente l'eroina e la cocaina, responsabili rispettivamente del
77.6% e del 12.1% delle richieste di trattamento. «Si è registrato un incremento della richiesta d'aiuto per dipendenza di
eroina del 4.9% - spiega Paolo Volta, direttore del programma dipendenze patologiche dell'Ausl di Parma -. Questo dimostra
che ci si sbagliava quando si pensava che la cosiddetta 'epidemia da eroina' si fosse fermata con gli anni Novanta. Molti,
però, sono anche i dipendenti da cocaina, e abbiamo ragione di credere che ancora di più siano quelli che ne abusano e non si
rivolgono ai servizi per essere aiutati».
Anche gli alcolisti sono aumentati. Nel 2009, gli utenti alcoldipendenti in carico ai servizi dell'Ausl sono stati 453,
contro i 422 del 2008. Si tratta di un'utenza prevalentemente maschile. Lo scenario in cui i servizi sanitari si trovano a
dover operare, inoltre, è in continua evoluzione: cambiano i tipi di dipendenze, crescono il poliabuso e l'uso di sostanze
nei week-end (cosiddetto «uso ricreativo»), e alle «vecchie» si aggiungono «nuove » forme di dipendenza, come il gioco d'
azzardo e internet.
«Va comunque sottolineato che le persone che hanno problemi di abuso di sostanze e che decidono di rivolgersi ai Servizi per
le tossicodipendenze sono solo una parte - puntualizza Volta -; purtroppo sono ancora tanti i soggetti dipendenti che non
accedono ai servizi e che quindi non possiamo contemplare nell'ela borazione dei dati. I numeri che presentiamo, quindi,
riguardano solamente gli utenti in trattamento e, comunque, rimangono un'indispensabile e ricca fonte informativa». Le
dipendenze, da quanto emerge, sono tante e complesse (anche il tabacco, non va dimenticato, è una sostanza che crea
dipendenza). Si tratta di vere e proprie malattie: «Questo studio, che l'Ausl realizza per il secondo anno, è fondamentale,
dichiara Massimo Fabi, direttore generale dell'Ausl di Parma, perché ci permette di affrontare un tema 'emotivamente' molto
sentito con l'approccio scientifico che merita».
Le nuove patologie
Ci sono anche i «gambler» e gli internet-dipendenti
I numeri che caratterizzano i «nuovi dipendenti» sono ancora bassi, ma in esponenziale aumento. I cosiddetti gamblers (gli
«ammalati di gioco d'azzardo») o gli assoggettati alla rete - coloro che sono dipendenti da internet - iniziano ad essere
tanti, ma sono ancora pochi quelli che si rivolgono ai servizi per avere un aiuto. C'è stato, nel 2009, un incremento di
oltre il 14% di persone che si sono rivolte all'Ausl per problemi di dipendenza da gioco (in tutto 24), il 67% di questi sono
maschi, l'età media è di quasi 50 anni.
«Sono patologie nuove, come quella di dipendenza da internet, e stiamo tentando di affrontarle al meglio» - spiega Paolo
Volta, direttore del programma dipendenze patologiche dell'Ausl. Ma quando ci si deve preoccupare?
Quando, da semplice abitudine, un passatempo può divenire una dipendenza? «Quando inizia ad essere un pensiero fisso -
commenta Volta - che compromette la nostra quotidianità; quando si inizia a soffrire di un cosiddetta 'crisi d'astinenza' e
ci si rende conto di non poterne fare a meno. Quando il desiderio si fa compulsivo».
Per quanto riguarda la tipologia di gioco, vi è una netta prevalenza per lotto, lotterie, gratta e vinci e videogiochi, che
attraggono, nella nostra popolazione, sia maschi che femmine. Considerando gli aspetti socio-demografici, la totalità dei
giocatori patologici in carico ha un livello medio-basso di scolarizzazione e il 50% ha un'occupazione stabile. E' aumentata
nell'utenza in carico la percentuale di coniugati, anche se rimane una leggera prevalenza dei single.