Auto fuori strada, perde il bimbo
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Incinta di quasi 9 mesi, guidatore positivo all'alcoltest
IL TIRRENO
Santo Stefano Magra. Schianto sotto la pioggia, lei e l'amico sono gravi Inutili i tentativi di salvare il nascituro. Inutile il taglio cesareo fatto in emergenza all'ospedale di Spezia. Veronica, 21 anni, ha perso il bimbo che stava per nascere (era al nono mese), nel terribile schianto contro il muro. Lei era a bordo della Golf insieme ad Emanuele, 34 anni. Viaggiavano sulla via Cisa Nord, direzione Aulla. Erano le 2,30 di venerdì notte, pioveva come Dio la mandava. L'auto è finita contro il muro. Veronica ed Emanuele sono gravi ma non in pericolo di vita, il piccolo non vedrà mai la luce. Ad Emanuele hanno poi controllato il sangue: c'era alcol oltre il consentito e cocaina. Per questo ora Emanuele Spadoni, 34 anni, di Casola, è in un letto di ospedale accusato di omicidio colposo aggravato. L'aggravante - recentemente introdotta nel codice penale - è dovuta proprio al fatto di guidare sotto l'effetto di alcol e droga. Emanuele, scapolo, non è il padre della piccola creatura. Anche Veronica Ricco non è sposata.
L'uomo con il quale ha concepito il bimbo si è allontanato da tempo da lei e dal suo mondo.
L'incidente è avvenuto all'incrocio tra via Cisa e via Vaggia, appena fuori il centro di Santo Stefano, in località Fontanino. A quell'ora il traffico era scarsissimo e quindi la Golf impazzita, dopo aver sbattuto contro il muro, ha finito la sua corsa poco più avanti, senza incontrare altri ostacoli.
Nell'urto, la ragazza ha subìto la frattura del femore e trauma addominale, mentre Spadoni ha riportato traumi a cranio e torace.
Vedendo le condizioni di Veronica Ricco e il suo stato di avanzata gravidanza, i soccorritori hanno subito capito che non c'era un attimo da perdere.
La giovane è stata quindi trasportata all'ospedale Sant'Andrea di Spezia.
Spadoni è in condizioni meno gravi dell'amica. Dopo l'esame del sangue è scattata la denuncia. Non c'è solo l'omicidio colposo aggravato, ma fra capi d'accusa ci sono anche le lesioni colpose e la guida sotto l'effetto di alcol e droga. Alla ragazza - confermano i carabinieri - non sono stati fatti esami per la presenza di alcol o altro. Del resto lei non guidava.
Ieri mattina la notizia dell'incidente si è in breve propagata in tutta la Lunigiana, dove risiedono Emanuele Spadoni e Veronica Ricco, lui a Casola, lei al Masero di Terrarossa, dove il padre, Reano, gestisce un bar al centro commerciale.
La ragazza è assai conosciuta in zona, dato che per qualche tempo ha lavorato nell'attività del padre dietro il bancone. Spadoni di mestiere fa il rappresentante.
Veronica ed Emanuele si conoscono da qualche tempo, escono insieme e fra loro è nata un'amicizia.
L'altra notte i due amici stavano rientrando in Lunigiana, dopo aver trascorso una serata con gli amici. Una serata come tante, al termine della quale ognuno sarebbe rientrato a casa sua.
Ieri pomeriggio papà Reano insieme al fratello di Veronica è andato alla carrozzeria dove è stata depositata l'auto. Ha preso alcuni oggetti della figlia e ha guardato sconsolato quell'ammasso di ferraglie. Poi è tornato dalla figlia a Spezia pensando a quel nipotino che non vedrà crescere.
Quando l'ambulanza ha scaricato Veronica al pronto soccorso del «Sant'Andrea» le condizioni del piccolo che teneva in grembo erano ormai disperate. Al tracciato fatto immediatamente risultava che il piccolo non aveva praticamente più il battito.