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Avvertenze sulle etichette, tasse sugli alcolici e stop alla pubblicità: le proposte di Assoutenti e Sia

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"WARNING" & TASSE SUGLI ALCOLICI, E STOP ALLA PUBBLICITÀ: L'INIZIATIVA DI LEGGE POPOLARE ASSOUTENTI-ASSOCIAZIONE ITALIANA ALCOLOGIA, "PERCHÉ  L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DI SANITÀ DICE DA TEMPO CHE L'ALCOL È CANCEROGENO". MA IL MONDO DEL VINO DICE NO
"Nessuno vuol togliere un bicchiere di vino dalla bocca di nessuno, ma chi beve alcol deve essere informato dei rischi che corre". Così Furio

Truzzi, vicepresidente di Assoutenti Liguria, spiega a WineNews il senso della "Proposta di legge di iniziativa popolare: informazione all'

uso e tassazione delle bevande alcoliche", firmata insieme Gianni Testino vicepresidente Associazione Italiana di Alcologia, che, in

sostanza, vorrebbe far applicare tasse agli alcolici in base alla gradazione, mettere sulle bottiglie "in maniera chiara e visibile la

dicitura "l'alcol nuoce gravemente alla salute e provoca il cancro", e tassare la pubblicità con un imposta pari al 3% del fatturato prodotto

fino al 2022, da quanto dovrebbe essere vietata in qualsiasi forma. La raccolta delle firme è appena iniziata, l'obiettivo è portare la

proposta in parlamento per l'estate. E l'assunto è che "l'Organizzazione mondiale della Sanità ormai ha inserito l'alcol tra le sostante più

cancerogene insieme a benzene e amianto, e quindi il problema non è l'abuso, ma il consumo informato, non è possibile continuare a far

circolare una sostanza tossica senza informare il consumatore. Io stesso sono un bevitore di vino, ma consapevole che sto bevendo una

sostanza dannosa e accetto il rischio. E anche se so di vivere in una cultura che da millenni ha fatto delle bevande alcoliche un elemento

importante della propria alimentazione, bisogna stare attenti".
E a chi sottolinea i tanti studi che dimostrano i tanti effetti benefici di alcol, e soprattutto di vino, consumato in modiche quantità, cosa

risponde? "Che i dati ufficiali sono quelli dell'Oms e dell'Istituto Superiore di Sanità, che dicono che il rischio c'è e che prevale l'

aspetto nocivo". La raccolta delle firme è solo all'inizio (ne servono 50.000, ndr), e l'iter, in ogni caso, lungo, ma le organizzazioni di

categoria che abbiamo interpellato si preparano a dire no: "è un'idea che non funziona, sia a livello economico che sociale, come Federvini

stiamo dimostrando alle autorità che una cosa del genere avrebbe solo risultati opposti a quello che si propone - spiega il presidente

Lamberto Vallarino Gancia - e spaventerebbe solo i consumatori, creando discriminazione su posizioni da dimostrare perché ci sono ricerche

che dimostrano il contrario". Sulla stessa linea anche Lucio Mastroberardino, alla guida di Unione Italiana Vini, che aggiunge: "la

repressione non può sostituirsi all'educazione al bere moderato, la tassazione non può risolvere i problemi dell'abuso e sostituire politiche

educative anche familiari che vengo sempre meno. Ci batteremo perché non vada in porto, anche perché il vino è uno degli elementi produttivi più importanti del Pil e della bilancia commerciale, tra i pochi che non hanno visto diminuire investimenti e posti di lavoro neanche in tempi di crisi".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)