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Azzardopatia: una testimonianza di guarigione

Azzardopatia: una testimonianza di guarigione

L'AZZARDOPATIA E' UNA MALATTIA, MA LEONARDO E' GUARITO

Giovane, fisico atletico, due occhi azzurri di rara lucentezza. Leonardo ha 26 anni e ama lo sport. Fa l’allenatore e nel fine settimana segue la squadra di basket della sua città. Può contare sul sostegno della famiglia e frequenta un bel gruppo di amici. La sua è apparentemente una vita perfetta. Ma desidera qualcosa in più. Così, per assecondare vizi e passioni, entra nella spirale del gioco d’azzardo. Grazie alla comunità Papa Giovani XIII, Leonardo riconosce il suo problema. E alla fine ce l’ha fatta. «Chi guarisce non è qualcosa, ma qualcuno» diceva don Oreste Benzi.


Nel nostro paese il gioco d’azzardo è fin troppo sottostimato. Eppure l’Italia è seconda al mondo con circa un milione di giocatori patologici. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, tre italiani su cento sono indicati come giocatori “problematici”. Un’attività, questa, che solo nel 2014 ha generato una raccolta di quasi 85 miliardi di euro. Cifra che ha portato nelle casse dell’erario più di 8 miliardi.


Giocare d’azzardo significa giocare con i soldi in mano. Stiamo parlando di lotto, lotterie, ippica, slot, vlt, scommesse sportive, casinò. Il paradosso? Questi sono tutti giochi autorizzati. Ciò che è peggio, a farne le spese sono soprattutto adolescenti, anziani, disoccupati. E anche giovani come Leonardo.


«Le prime vincite mi hanno fatto credere che il gioco fosse un guadagno facile. Ma dal divertimento alla dipendenza il passaggio è breve» racconta. «Ho iniziato a giocare una volta a settimana. Poi due, tre, quattro. Infine tutti i giorni. Le perdite crescevano e io avevo assoluto bisogno di soldi. Li ho chiesti con una scusa ai miei genitori, ma non bastava. Così mi sono rivolto agli amici. E ho iniziato ad accumulare i debiti».


Leonardo non allenava più per divertimento, ma per guadagnare soldi. E non usciva con gli amici solo per il piacere di farlo, ma perché così poteva chiedere altri soldi.

 

«Occorre riconoscere che l’azzardo è un problema. Ed è necessario dire basta. Stop. Stop alle slot e a tutti i giochi che possono causare dipendenza» commenta secco Leonardo, che grazie alla Papa Giovanni XXIII è riuscito a uscirne.


(...omissis...)


di Gianluca Testa


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://buonenotizie.corriere.it/2015/06/21/lazzardopatia-e-una-malattia-ma-leonardo-e-guarito/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)