Babelgum: he got game
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Proprio in questi giorni è partita la decima rassegna di Niente da Capire, una rassegna di cinema da vedere e da discutere insieme per ragazzi adolescenti che frequentano le scuole della mia città. Abbiamo scelto di riproiettare per la terza volta il film He got Game di Spike Lee e capita ogni volta che lo rivedo di scoprire cose nuove, piccoli messaggi lanciati dall'autore che ad una prima e forse anche ad una seconda visione mi erano sfuggiti. I ragazzi che partecipano sono fantastici e mi aiutano proprio a scoprire anche grazie ai loro occhi cose nuove. Se avete visto il film dateci una mano a commentare e condividere informazioni e stati d'animo, perchè la rassegna ha come scopo anche la prevenzione dell'alcolismo, ma vuole farlo in maniera leggera e sopratutto senza messaggi ridondanti e terroristici. Allora quando oggi ho letto del Festival Babelgum promosso proprio da Spike Lee, mi sono venute altre intuizioni legate da un sottile ma percepibile filo rosso, innanzitutto il discorso del talento, He got game,poi l'utilizzo del web e delle nuove tecnologie per riuscire a esprimersi e ad arrivare a tante persone oltre a poter cogliere altre opportunità. L'altra analogia che ho trovato è la questione delle opportunità e della partecipazione degli adolescenti e dei giovani,così come spesso sottolineiamo nel progetto quello che conta davvero è l'opinione dei giovani così come nelle parole di Spike Lee che è convinto che "ogni arte che non voglia essere stagnante deve avere un'iniezione di giovani talenti, che non devono necessariamente provenire dalle scuole di cinema. Quando ho cominciato - ricorda - la scuola era l'unico modo per avere accesso alle attrezzature ma oggi, con la tecnologia digitale, i giovani hanno molti modi per realizzare un film".