Bassano, Conferenza sulla Salute: dati sul consumo di alcolici
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Gianfranco Baggio
Ai piedi del Grappa si consuma più alcol rispetto alla media del Veneto e dell'Italia
La conferma viene dai dati esposti nella prima Conferenza sulla salute che si è svolta all'ospedale S. Bassiano. Nel capitolo
dedicato agli "Stili di vita individuale" si analizza il consumo di alcol nel Bassanese e si viene a scoprire che da noi i
consumatori a rischio rappresentano un terzo della popolazione (34%). L'indice, in chiave regionale, non supera il 25% e
scende ulteriormente su base nazionale, 20%. É un dato su cui riflettere specialmente se si va ad analizzare il consumo pro-
capite tra i quindicenni e gli oltre sessantacinquenni. I primi, lo cita il rapporto "Passi" consumano quotidianamente un 5%
di alcol, quota che balza al 30% in chiave settimanale.
Tra chi ha compiuto i 65 anni le cifre non sono meno preoccupanti, considerando che il 50 per cento del gruppo maschile e
definito "bevitore e con problemi".
Come viene contrastato il fenomeno?
Innanzitutto esiste un preciso servizio ospedaliero, l'Alcologia, che l'anno scorso ha seguito oltre 550 pazienti (vedi
sopra). Nel dossier presentato dal direttore generale Valerio Alberti sono poi rimarcati sei punti fondamentali per prevenire
l'abuso di alcoolici. In primo piano il progetto di prevenzione specifica denominato "Alcool out", che interessa scuole,
comuni, mondo del lavoro, ospedali e sedi dell'Ulss dove vengono rilasciate e rinnovate le patenti, con il coinvolgimento
anche del mondo dell'associazionismo e sportivo.
Poi vi sono i progetti "Ap @ Ap appigli e appartenenze", varato dalle scuole secondarie di primo grado; "S....ballando
s'impara?", curato dalle scuole secondarie di secondo grado; "No alcol, si party ...e se devi guidare non fare il pieno",
messo in cantiere dalle scuole di secondo grado di Bassano.
Una nuova iniziativa interessa l'Altopiano: ad Asiago si è dato il via al protocollo "Informa alcol e non solo", organizzato
dalle scuole secondarie di primo grado.
Infine un ruolo determinate è offerto dal Comitato promozione salute, nell'ambito della Conferenza dei sindaci.
I ragazzi ignorano i test nei locali: uno non beve e poi guida per gli altri
È scattato a mezzanotte del 12 novembre l'obbligo per i gestori di bar, ristoranti e locali pubblici di mettere a
disposizione dei propri clienti i kit "Fai da te" per la misurazione del tasso alcolico. Anche i locali bassanesi si sono
adeguati, ma a quanto pare la novità sembra essere passata pressoché inosservata dagli avventori. «Personalmente - conferma
il referente dei baristi del centro storico, Tiziano Farronato - non ho avuto alcuna richiesta di effettuare il test. I
clienti sanno benissimo che basta bere due birre per risultare positivi e preferiscono organizzarsi in maniera diversa».
«Specie i giovani - spiega Farronato - fanno in modo che almeno uno di loro, a turno, non alzi il gomito e poi si metta al
volante».
In merito alla sempre più precoce età del primo bicchiere, lo stesso Farronato precisa: «Come categoria stiamo molto attenti
a chi serviamo alcolici. Se abbiamo un dubbio sull'età, chiediamo i documenti». A giudizio dei baristi bassanesi, comunque,
non bastano regole e punizioni per convincere i ragazzi a non bere. «Serve un'educazione alimentare corretta fin dai primi
anni di scuola» - conclude Farronato.