Belluno: alcol e under 16, Prefettura in campo
Belluno: alcol e under 16, Prefettura in campo
BELLUNO. La Prefettura in prima linea nella lotta contro l'abuso di alcol negli under 16. E' il progetto che la Conferenza
provinciale permanente quarta sezione dei servizi alla persona e alla comunità istituita a palazzo dei Rettori sta mettendo a
punto in questi mesi. A coordinare i lavori, il capo gabinetto Nicola De Stefano. «Il problema dell'uso di alcol da parte dei
ragazzi sta diventando sempre più allarmante, e così abbiamo deciso di riunire le forze per un progetto condiviso». Al
tavolo i rappresentanti del mondo della scuola con l'Ufficio scolastico provinciale, del commercio con l'Ascom, l'Usl e in
particolare il Sert, e presto si aggiungeranno anche i Comuni e le famiglie. «Siamo partiti qualche mese fa», precisa De
Stefano, «proprio da un problema sociale molto sentito e soprattutto diffuso in questo territorio, quello dell'uso di alcol
da parte dei giovani, soprattutto quelli non ancora maggiorenni. Abbiamo visto, infatti, che l'età media in cui un bellunese
inizia a bere si attesta sugli 11 anni. Per cui servono nuove formule per raggiungere questa fascia di popolazione facendo
informazione e formazione in modo accattivante e comprensibile a loro». Da anni nelle scuole il personale del Sert e anche le
forze dell'ordine tengono delle lezioni sui danni dell'alcol, ma ora visti anche i recenti episodi di cronaca (vedi la festa
a villa Montalban o quanto accaduto a Pieve di Cadore) è venuto il momento di essere più incisivi e trovare altre vie». Il
problema è anche fare in modo che i negozi non vendano alcolici ai minorenni. «In materia non esiste una normativa
specifica», precisa Luca Dal Poz direttore Ascom, «ma una circolare ministeriale che interpreta la legge e che dice che anche
i negozianti devono stare attenti. Per questo, insieme con la Prefettura, stiamo cercando di capire fino a che punto possiamo
spingerci su questo fronte. Sta il fatto che credo che i tempi siano maturi perchè ci sia una norma in questo senso».
«Quello che cerchiamo è di avviare una campagna di sensibilizzazione di ampio respiro e soprattutto duratura nel tempo»,
precisa De Stefano «e per questo è necessario coinvolgere le famiglie. Sono queste infatti deputate all'educazione e alla
trasmissione di valori ai figli». De Stefano annuncia che non saranno esclusi nemmeno gli enti locali. «Ognuno dovrà fare la
propria parte, nessuno escluso. Perchè solo coordinando un'azione congiunta a su ampio spettro si potranno avere dei
risultati: qui c'è da cambiare una cultura e serve l'aiuto di tutti». Nei prossimi giorni la Conferenza permanente si
riunirà per definire le modalità con cui muoversi. Dal canto suo l'Ufficio scolastico ha presentato un progetto che prevede
l'organizzazione nelle scuole medie di incontri per informare e formare sui danni e le conseguenze del bere, anche a livello
penale. «Da anni stiamo portando avanti questa battaglia, speriamo di aver trovato il modo giusto».