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Belluno: l'abuso di alcol imperversa tra le ragazze

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Le teenager bellunesi bevono il doppio delle coetanee tricolori


BELLUNO. L'abuso di alcol imperversa tra i giovanissimi in provincia di Belluno. Lo dicono i dati in possesso del Sert e in particolar modo del servizio " Fuori posto" che, tramite il camper presente a sagre, concerti, eventi e manifestazioni, interagisce con i ragazzi.


«Abbiamo riscontrato», precisa Paolo Bello, psicologo del Sert e tra i fautori di Fuori posto, «che il consumo occasionale di alcol è molto elevato soprattutto tra i giovanissimi, cioè tra chi ha meno di 20 anni. Ad abusare di più degli alcolici sono le ragazze, che bevono in proporzione quattro volte più delle loro mamme e due volte in più rispetto alle coetanee italiane. Un fenomeno, quindi, che merita di essere tenuto sotto controllo».


Ma ci sono anche buone notizie: «Grazie alle limitazioni imposte dal codice della strada», prosegue Bello, «abbiamo una diminuzione dei ragazzi che si mettono alla guida ubriachi, un comportamento scorretto che riscontriamo maggiormente tra gli adulti in genere».


Diventa sempre più importante contrastare l'abitudine all'alcol (in provincia di Belluno i inizia a bere intorno agli 11 anni). «Abbiamo riscontrato che la miglior cura è lavorare sulla cultura del bere, fornendo dei punti di riferimento diversi e il nostro camper di Fuori posto sembra funzionare in questo senso, visto che abbiamo dei buoni indici di persone che ritornano a trovarci quando siamo nelle manifestazioni. Ogni anno facciamo 800-1000 alcoltest ai giovani e un terzo di questi torna a parlarci, cercando di stabilire un contatto con noi».


Uno sforzo «che dovrebbe essere fatto anche da chi ha responsabilità politiche, a partire dai nostri sindaci, che investono meno dell'1% del loro bilancio nelle politiche giovanili».


Il servizio Fuori posto, che sabato sarà alla sagra di Caviola, conta sull'attività di quattro operatori in forza all'Usl e altri 3-4 volontari. «Sono ormai una ventina gli operatori volontari che ci supportano in questa azione. Sono persone di tutte le età, così da poter rappresentare le varie fasce della popolazione e quindi trovare maggiore rispondenza tra l'utente e l'operatore».


Il servizio si sostiene grazie a fondi aggiuntivi con cui il Sert è riuscito a coprire le attività di quest'anno «anche se per il 2014 le risorse non sono certe. Ma la cosa importante è che a livello nazionale hanno scelto proprio il nostro progetto, insieme a un altro di un'altra regione, per estendere a tutta Italia la campagna di prevenzione; questo ha permesso di poter usufruire di nuovi fondi. Attualmente abbiamo formato personale n Campania, Piemonte e Puglia, dando il via alla rete "Safe Night". Con questo sistema siamo in grado anche di gestire una serie di dati in tempo reale sui fenomeni che incontriamo. Il quadro che ne esce è molto preoccupante: serve lo sforzo di tutti per superare queste criticità che riguardano i nostri giovani». (p.d.a.)


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)