338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Benevento: incontro di sensibilizzazione sulle problematiche alcolcorrelate

Benevento: incontro di sensibilizzazione sulle problematiche alcolcorrelate

Si terrà il 7 ottobre 2010 a Benevento, presso la sede del CESVOB (Centro Servizi Volontariato), in viale Mellusi 68, si

terrà un incontro di sensibilizzazione dal tema: Alcol.... Piacere di conoscerti!
L'iniziativa, promossa dall'ARCAT (Associazione Regionale Club Alcolisti in Trattamento), dal CAT (Club Alcolisti in

Trattamento) "Il Sorriso", attivo a Benevento dal 2005, e dal Centro di Solidarietà "Vivere Dentro" (centro di ascolto per le

dipendenze sito in Benevento), nasce dal desiderio di alcune persone coinvolte nella realtà dei Club alcolisti in

trattamento, di sensibilizzare la comunità sulla problematica alcol, ma soprattutto di far conoscere il metodo dei CAT come

possibilità di aiuto e sostegno alle persone e alle famiglie che, a causa dell'alcol, hanno sofferto o che soffrono ancora,

mettendo a rischio i propri legami affettivi, oltre che la propria stessa vita.
Parteciperanno all'incontro: Luigi Perna, servitore insegnante del Club "Insieme" di Avellino, nonché medico responsabile

U.O.S. Alcologia ASL AV, che parlerà dell'aspetto, per così dire, medico, degli effetti negativi causati dall'alcol; Anna

Coppola, servitrice insegnante del Club "La Rosa di Gerico" di Napoli, che relazionerà sull'approccio ecologico-sociale e

familiare cui si fondano i club alcolisti in trattamento, spiegandone appunto la metodologia e i valori propri dei CAT; le

famiglie dei CAT di Benevento, Napoli ed Avellino che, con la loro testimonianza, dimostreranno come sia possibile un

percorso di cambiamento del proprio stile di vita legato al bere. Coordinerà l'incontro Antonella De Figlio, servitrice

insegnante del club "Il Sorriso" di Benevento.
L'alcolismo è un fenomeno sommerso, un problema che si scontra con l'indifferenza e il silenzio ma, a volte, anche con l'

accettazione sociale che fa sì che, tale fenomeno, aumenti sempre più.Oggi molte persone confondono il "bere" con un semplice

atteggiamento comune a tutti, una "moda" da seguire più per conformarsi ad uno stile di vita che, magari, non gli appartiene

affatto. Quanto sia sottile il filo che separa il semplice consumo dalla dipendenza è, invece, troppe volte sottovalutato. La

pubblicità contribuisce infatti a mantenere il desiderio sociale di bere bevande alcoliche nascondendo i rischi sulla salute

individuale e pubblica, ponendosi sempre in contraddizione con gli obiettivi della promozione e della protezione della

salute. La stragrande maggioranza dei giovani che consumano bevande alcoliche lo fa in compagnia, certamente il comportamento

dei coetanei, insieme alla pubblicità, alla disponibilità di bevande alcoliche e al loro prezzo, così accessibile a tutti,

influenzano gli "stili" del bere, non solo dei giovani ma anche di tutti gli altri consumatori. Sono necessarie politiche ed

iniziative educative rivolte e tutti, in quanto un'informazione corretta ed una scelta consapevole e responsabile nei

confronti dell'alcol da parte delle persone, possono, nel tempo, modificare la cultura sociale e sanitaria della comunità e

dei giovani.
Il CAT (Club di alcolisti in trattamento), è un'associazione privata, una comunità multifamiliare inserita nella comunità

locale; essa si occupa del trattamento dei problemi alcol correlati e complessi ma si apre alla possibile combinazione tra

questi e uso di altre sostanze, disturbi psichici, comportamenti autodistruttivi o violenti. Inoltre i CAT rispecchiano

quelle che sono le caratteristiche dei gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto, ossia il supporto emotivo, condivisione, bisogni e

obiettivi comuni, parità, volontarietà, gratuità, interazione faccia a faccia, assunzione delle responsabilità,

coinvolgimento e partecipazione personale. I CAT nascono grazie ad uno psichiatra croato, Vladimir Hudolin, che per primo ne

ha sperimentato la valenza e la loro efficacia. Grazie ai CAT l'alcolismo non è più considerato una malattia o un vizio, ma

uno stile di vita che può essere modificato attraverso la volontà della persona e l'influenza della famiglia e del gruppo in

cui essa è inserita.
La comunità è invitata a partecipare anche solo per saperne di più su una dipendenza, quale quella dell'alcol, appunto, così

subdola perche il bere, si sa, è accettato socialmente e si rischia di sottovalutarne gli effetti negativi che causa in

famiglia, nel mondo del lavoro e nella società stessa.
"La famiglia e la comunità locale sono viste come risorse e sono responsabili di proteggere e promuovere la propria salute.

Tutti noi non lavoriamo solamente per l'astinenza, ma per la famiglia, per la sobrietà, per una vita migliore, per una

crescita e maturazione e infine per la pace. La pace non può essere conquistata se prima di tutto non siamo in grado di

averla dentro di noi: Una pace nel cuore"(Vladimir Hudolin, 1996).