Bere e divertimento: quali gli approcci per ridurre i danni alcol-correlati?
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Bere e divertimento: quali gli approcci per ridurre i danni alcol-correlati?
Paola Capra, Dors
Il bere smodato che con sempre maggiore frequenza caratterizza e accompagna i momenti di svago e di tempo libero è associato ad una serie di eventi negativi dalle aggressioni, ai comportamenti anti-sociali, agli incidenti stradali: bar, pub, discoteche sono i contesti privilegiati dove attuare le misure per ridurre e prevenire i danni correlati al consumo eccessivo di bevande alcoliche. Tuttavia è più efficace attuare una formazione mirata al personale che somministra gli alcolici o intervenire con azioni di rinforzo sulle leggi che regolano le concessioni di licenze e la vendita di alcol? E' preferibile indirizzare le azioni ai gestori e ai padroni dei locali, o invece ai frequentatori, con l'obiettivo di modificarne i comportamenti?
La revisione Jones 2011, pubblicata sulla rivista Health & Place, prende in esame i principali interventi attuati nei luoghi in cui vengono
somministrati gli alcolici, con l'obiettivo di individuarne i più efficaci. Gli interventi individuati sono raggruppati in 3 categorie:
interventi di formazione del personale dei luoghi in cui si beve, per incrementare un servizio responsabile di somministrazione delle bevande
alcoliche (RBS program - Responsible beverage service program), interventi da parte delle forze dell'ordine e rinforzo sulle leggi,
interventi multicomponenti che associano al coinvolgimento della comunità, la formazione per un servizio responsabile di somministrazione
dell'alcol, a politiche interne a pub, birrerie e locali notturni, il severo rinforzo sulle leggi relative alla concessione di licenze per la
vendita di alcol.
I risultati della revisione, limitati dalle debolezze metodologiche degli studi inclusi sostengono l'efficacia di interventi multicomponenti
caratterizzati da: una sostenibilità a lungo termine, la costruzione di solide partnership, la mobilitazione di diverse categorie di
stakeholder, un'accurata pianificazione a livello locale, un coinvolgimento dei mezzi di comunicazione, la valutazione in corso. Inoltre è
raccomandata la trasferibilità ad altri setting dove preesistono differenti fattori comportamentali, ambientali, culturali. Rispetto agli
interventi di formazione per chi somministra le bevande alcoliche sono efficaci solo quelli che prevedono la formazione obbligatoria, mentre
gli interventi indirizzati a promuovere un bere responsabile e a incidere sui comportamenti di chi beve, per esempio la promozione del
guidatore designato, hanno un impatto limitato, per inadeguatezza degli studi disponibili. Gli interventi relativi alle forze dell'ordine e
alle azioni di rinforzo sulle leggi che concedono la licenza per la vendita di alcolici hanno livello di evidenza insufficiente e necessitano
di ulteriori studi ben disegnati e ben condotti. In ogni caso, un prerequisito essenziale a tutti gli interventi realizzati nei bar e nelle
discoteche: costruire alleanze e ricercare il sostegno dei gestori e dei proprietari dei locali.
Per il futuro è auspicabile comprendere meglio i comportamenti rispetto al bere, nella fascia di età giovane su cui esistono pochi dati
solidi e pochi studi condotti a livello di stato. E' infatti questa fascia quella in cui prevalgono alti livelli nel consumo, esperienze di
violenza e comportamenti a rischio. Solo una più approfondita conoscenza permetterà di indirizzare o adattare in modo più efficace le azioni
di prevenzione.
Riferimenti bibliografici dalla revisione sistematica:
Jones L et al. Reducing harm in drinking environments: A systematic review of effecitve approaches. Health & place 2011.
doi:10.1016/j.healthplace.2010.12.006
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)