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Bere responsabilmente: considerazioni di un medico di base

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BERE RESPONSABILMENTE
Walter Bruni, medico di base


Dopo quattro o cinque sorsi di un provocante drink alcolico, ti si è accesa nello sguardo una piccola luce fiacca e diffidente, schiudi un unico occhio imbambolato, mentre gli ingranaggi del cervello si sono completamente inceppati e le parole, ingarbugliate, si rifiutano di uscire dalla mente. É l'effetto del binge drinking (bevuta della baldoria o sbronza), un bere impulsivo fino allo sballo, una piaga sociale diffusa tra i giovani che comporta un consumo di grandi quantità d'alcol (sei o più dosi alcoliche con 12 g d'alcol) e ti regala un sorriso da jocker stampato in faccia.


Facciamo due conti: per sapere quanto alcol è presente in una bevanda moltiplica i gradi x 0.79 (12° x 0.79 = 9.48 g/100ml). Mediamente un calice di vino o una lattina di birra, 80 ml d'aperitivo a 18° o 40 ml di liquore a 40° hanno 12 g d'alcol (= unità alcolica).
Per l'OMS è comportamento a rischio superare una quantità giornaliera di 2-3 Unità Alcoliche per l'uomo, 1-2 per la donna, una per l'anziano e zero sotto i 15 anni! Infatti, l'ADH (alcol deidrogenasi), l'enzima che metabolizza l'etanolo (circa 7g/ora nell'uomo = ½ bicchiere di vino!), ha un'efficienza ridotta nella donna e nell'anziano e quasi nulla nei giovani, con conseguenti danni particolarmente gravi, soprattutto a livello epatico e cerebrale<+tondo> dove l'azione tossica dell'alcol aggredisce la corteccia orbito-frontale, sede dei processi decisionali ed emozionali e l'ippocampo, sede dell'apprendimento e della memoria.


Parole al vento, perché oggi questo letale andazzo del binge drinking è sempre più in voga tra i giovani ed è favorito da tutte le occasioni di socializzazione, sabato sera in primis e in chi frequenta le discoteche (fino al 33,9% d'abbuffate alcoliche nei maschi).
Più a rischio è proprio la fascia d'età compresa tra i 18-24 anni: si tratta di 698 mila persone, il 16,6% dei giovani, con un rapporto di 3/1 tra uomo e donna.
Mentre preoccupa il forte aumento nazionale ed estero di consumo alcolico tra i giovanissimi (11-15 anni): in Italia il consumo si attesta al 20.7% tra i maschi e al 16.2 nelle femmine.
In totale sono oltre 8 milioni gli italiani con comportamenti a rischio nel consumo d'alcol, con aumento dell'abitudine di bere fuori pasto (27.7%) od occasionalmente (40.3%).
Al contrario dei giovani, le persone che superano i 65 anni eccedono nel consumo giornaliero: sono quasi 3 milioni (43.5% maschi e 10.6 femmine); infatti, l'OMS consiglia di non superare 1 unità alcolica pari a 12g.


In fondo un consumo moderato potrebbe avere anche effetti benefici: inibizione del rischio-trombosi (nel 50% dei casi frena l'aggregazione piastrinica che causa il trombo), aumento del colesterolo buono, contrasto dell'ipertensione.
Una sbirciatina alla nostra bell'Italia ci dice che il centro-nord è ammaliato dall'alcol, specie il nord-est che vanta un 28.6% di consumo giornaliero medio, mentre quello fuori pasto raggiunge, nei maschi, picchi esagerati del 70% in Friuli e Trentino.
Certo che se nel 1975 i litri di vino tracannati ogni anno in Veneto erano 137 e 107 in Friuli (96 e 79 nell'84), oggi il consumo si è ridotto a 88 e 75 litri, mentre la media in Italia è di 40.


Resta tuttavia il dramma degli incidenti stradali in Europa causati dall'alcol (per il 54.4% in Francia e 54.2 in Italia). Per l'OMS non esiste una soglia minima che ci garantisce dagli effetti nocivi dell'alcol. In Italia 9 volte su 10 sono maschi a causare incidenti stradali in stato d'ebbrezza alcolica, di questi uno su tre ha meno di 28 anni e il 42,6% degli incidenti notturni avviene di venerdì e sabato; oggi le vittime sono 3.800 (erano 12.750 nel '72) e i feriti 292.000.


Riassumendo negli ultimi 10 anni osserviamo un certo calo di consumi alcolici: erano 72% oltre 14 anni nel 2001, oggi sono 66.9, mentre i fruitori giornalieri scendono dal 34.8% al 26.7. Aumenta l'uso occasionale (dal 37.1 al 40.4%) e quello fuori pasto (dal 24.9 al 27.7%).
E allora imponi un ostinato dissenso ai consumi a rischio: età precoce (sotto i 15 anni), anziani, uso occasionale fuori pasto e binge drinking. Così ti sorprenderai perché quelle parole ingarbugliate nella bambagia della tua mente intorpidita, verranno per incanto liberate sapendo ancora sprigionare una luce sfavillante e seducente.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)