Bere troppo alcol fa male agli ipertesi: i dati di uno studio coreano
Bere troppo alcol fa male agli ipertesi: i dati di uno studio coreano
Il "binge drinking" aumenta la mortalità in chi soffre di pressione alta: assolutamente necessaria la moderazione
MILANO - Bere un drink dopo l'altro fino a ubriacarsi, anche se solo sporadicamente, fa male a tutti. Ma il cosiddetto binge
drinking a qualcuno può fare ancora più male: è il caso degli ipertesi, che se eccedono con le "abbuffate" di alcolici si
ritrovano con un rischio di morte per cause cardiovascolari fino a dodici volte più alto rispetto a chi beve poco e più
coscienziosamente.
STUDIO - La dimostrazione arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Stroke e condotta su oltre 6mila persone che nel
1985 avevano più di 55 anni e che sono state quindi seguite per circa 20 anni. I ricercatori del Dipartimento di Medicina
Preventiva dell'università di Seoul, in Corea del Sud, hanno verificato che la pressione alta è di per sé un rischio: gli
ipertesi con valori superiori a 168/100 mmHg registravano infatti una mortalità per cause cardiovascolari triplicata rispetto
a chi non aveva la pressione alta. Ma se all'ipertensione si aggiunge l'abitudine al bere il pericolo schizza alle stelle:
gli ipertesi che si scolano sei o più drink in una sola occasione hanno una mortalità quattro volte maggiore, in quelli che
bevono dodici o più drink in una singola occasione il rischio di morte per cause cardiovascolari è addirittura dodici volte
maggiore rispetto a chi non ha la pressione alta. I dati si riferiscono agli uomini, perché la quantità di donne che
rientrava nella categoria del binge drinking è risultata troppo esigua per trarre conclusioni valide: solo l'1 per cento
delle donne beve tanto saltuariamente, contro il 18 per cento degli uomini.
ALCOL - I risultati arrivano da una popolazione asiatica, per cui gli stessi autori ammettono che non necessariamente tutto
ciò può valere anche per altre etnie. Di certo c'è però che anche l'American Heart Association, ad esempio, raccomanda di
bere poco e con moderazione: due drink al giorno per gli uomini, uno per le donne (dove per drink si intende un bicchiere di
vino o una lattina di birra). «È una raccomandazione condivisibile - commenta Gianfranco Parati, direttore della Divisione di
Cardiologia all'Auxologico di Milano e docente di medicina interna all'università di Milano-Bicocca -. Gli ipertesi devono
effettivamente essere cauti con l'alcol: in piccole quantità fa bene, perché esercita un effetto vasodilatatore e ha anche
proprietà antiossidanti preziose. Se però si esagera prevalgono gli effetti negativi, soprattutto se si scelgono i
superalcolici come spesso accade in caso di binge drinking: grazie a un aumento dell'attività del sistema nervoso simpatico
indotto dall'etanolo, la pressione si alza e diventa anche più variabile; l'etanolo, inoltre, modifica il metabolismo,
aumenta la resistenza all'insulina e l'infiammazione, rende l'endotelio incapace di dilatarsi a dovere. In un iperteso, dove
molti di questi meccanismi di malattia sono già presenti, l'effetto degli eccessi con l'alcol è ancora più dirompente. Sì
quindi a un bicchiere di vino ai pasti e no alle esagerazioni, per quanto sporadiche», conclude Parati.
Elena Meli