338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Bere troppo alcol fa male agli ipertesi: i dati di uno studio coreano

Bere troppo alcol fa male agli ipertesi: i dati di uno studio coreano

Il "binge drinking" aumenta la mortalità in chi soffre di pressione alta: assolutamente necessaria la moderazione
MILANO - Bere un drink dopo l'altro fino a ubriacarsi, anche se solo sporadicamente, fa male a tutti. Ma il cosiddetto binge

drinking a qualcuno può fare ancora più male: è il caso degli ipertesi, che se eccedono con le "abbuffate" di alcolici si

ritrovano con un rischio di morte per cause cardiovascolari fino a dodici volte più alto rispetto a chi beve poco e più

coscienziosamente.
STUDIO - La dimostrazione arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Stroke e condotta su oltre 6mila persone che nel

1985 avevano più di 55 anni e che sono state quindi seguite per circa 20 anni. I ricercatori del Dipartimento di Medicina

Preventiva dell'università di Seoul, in Corea del Sud, hanno verificato che la pressione alta è di per sé un rischio: gli

ipertesi con valori superiori a 168/100 mmHg registravano infatti una mortalità per cause cardiovascolari triplicata rispetto

a chi non aveva la pressione alta. Ma se all'ipertensione si aggiunge l'abitudine al bere il pericolo schizza alle stelle:

gli ipertesi che si scolano sei o più drink in una sola occasione hanno una mortalità quattro volte maggiore, in quelli che

bevono dodici o più drink in una singola occasione il rischio di morte per cause cardiovascolari è addirittura dodici volte

maggiore rispetto a chi non ha la pressione alta. I dati si riferiscono agli uomini, perché la quantità di donne che

rientrava nella categoria del binge drinking è risultata troppo esigua per trarre conclusioni valide: solo l'1 per cento

delle donne beve tanto saltuariamente, contro il 18 per cento degli uomini.
ALCOL - I risultati arrivano da una popolazione asiatica, per cui gli stessi autori ammettono che non necessariamente tutto

ciò può valere anche per altre etnie. Di certo c'è però che anche l'American Heart Association, ad esempio, raccomanda di

bere poco e con moderazione: due drink al giorno per gli uomini, uno per le donne (dove per drink si intende un bicchiere di

vino o una lattina di birra). «È una raccomandazione condivisibile - commenta Gianfranco Parati, direttore della Divisione di

Cardiologia all'Auxologico di Milano e docente di medicina interna all'università di Milano-Bicocca -. Gli ipertesi devono

effettivamente essere cauti con l'alcol: in piccole quantità fa bene, perché esercita un effetto vasodilatatore e ha anche

proprietà antiossidanti preziose. Se però si esagera prevalgono gli effetti negativi, soprattutto se si scelgono i

superalcolici come spesso accade in caso di binge drinking: grazie a un aumento dell'attività del sistema nervoso simpatico

indotto dall'etanolo, la pressione si alza e diventa anche più variabile; l'etanolo, inoltre, modifica il metabolismo,

aumenta la resistenza all'insulina e l'infiammazione, rende l'endotelio incapace di dilatarsi a dovere. In un iperteso, dove

molti di questi meccanismi di malattia sono già presenti, l'effetto degli eccessi con l'alcol è ancora più dirompente. Sì

quindi a un bicchiere di vino ai pasti e no alle esagerazioni, per quanto sporadiche», conclude Parati.
Elena Meli