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Bergamo, dati dell'Asl sull'alcolismo giovanile: il primo bicchiere a 11 anni

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Il primo bicchiere a 11 anni. A 12 dagli alcolisti anonimi

Gli ultimi dati dell'Asl. La nuova moda: drink a raffica. Spesso si inizia a bere in famiglia ma poi la voglia di alcol finisce fuori controllo

Andrea Noventa (Asl)


Ci sono gli undicenni che invece aprire lattine di aranciata cominciano a bere vino e a sperimentare le prime sbronze. Ci sono i dodicenni che, mentre gli amici vanno agli allenamenti della scuola calcio, si riuniscono con gli alcolisti anonimi per cercare un modo per disintossicarsi. Ci sono i sedicenni che come abitudine comune del fine settimana ordinano cinque bicchiere di alcolici e li bevono uno dopo l'altro.


C'è da avere paura ad esaminare i dati dell'Asl di Bergamo sul consumo di alcol tra i ragazzi della nostra provincia. Un consumo che di anno in anno diventa sempre più diffuso e più pesante. Anche perché l'età media dei primi consumi di alcolici si abbassa sempre di più: basti confrontare gli 11 anni dei ragazzini bergamaschi con i 14 della media europea.

Le prime esperienze avvengono soprattutto in ambiente familiare, e questo, secondo l'Osservatorio dipendenze dell'Asl, non è necessariamente un male, in un Paese con «cultura tradizionalmente alcolica», come l'Italia (dove peraltro il limite minimo fissato dalla legge per bere alcolici è di 16 anni).


«Il bere alcolici insieme ha una grande componente sociale, e i ragazzi - commenta il dottor Andrea Noventa, del reparto prevenzione dell'Asl -. Ma poi ci sono scarsi controlli delle forze dell'ordine sulla vendita di alcolici, scarsi controlli delle famiglie e scarsa conoscenza dei rischi da parte dei giovani». Anche perché «le figure familiari rivestono spesso il ruolo di educare i figli rispetto a questo comportamento» e spesso «l'iniziazione familiare è un fattore protettivo rispetto ai comportamenti di abuso». Il problema è che poi si crea una familiarità con l'alcol che dilaga negli anni successivi, con «bevande a forte gradazione alcolica e modalità di assunzione tipiche dei paesi anglosassoni».


Per esempio il binge drinking , la pratica di origine inglese di bere uno dopo l'altro almeno cinque bicchieri di alcolici. A quindici anni lo ha già sperimentato il 40% dei maschi e più del 20% delle femmine. Il 35% degli studenti superiori bergamaschi ammette di averlo fatto almeno una volta nell'ultimo mese. Sono soprattutto maschi, ma la pratica si sta diffondendo tra le ragazze sedicenni della nostra provincia a velocità maggiore di quanto avvenga nel resto della Lombardia. Tra chi pratica il binge drinking il 60% dei maschi ed il 74% delle femmine lo ha fatto al massimo due volte in un mese, mentre il 14% dei ragazzi e il 9% delle ragazze ci si è dedicato come minimo sei volte, quindi anche in due occasioni la settimana.


Ma l'abitudine di bere, come dicevamo, parte da lontano. Uno studio della Hbsc (Health Behaviour in School aged Children Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) dice che tra i nostri undicenni c'è un 25% che beve alcolici una volta al mese, un 4% che lo fa ogni settimana e uno 2% che beve ogni giorno. Fra i tredicenni il 45% beve alcolici ogni mese, il 10% ogni settimana e il 2% ogni giorno. Fra i quindicenni ha un consumo mensile il 45%, settimanale il 36% e quotidiano il 6%. È proprio in questa fascia di età che chi beve sperimenta le prime ubriacature: vale per l'1% degli undicenni e per il 16% dei quindicenni.


«Il consumo di alcolici in questa fascia d'età si concentra soprattutto nel weekend - dice lo studio - e tale tendenza si accentua al crescere dell'età». E qui nascono i problemi veri. Secondo una ricerca Espad Italia, fra gli studenti delle scuole superiori bergamasche, il 91% dei ragazzi di 15-19 anni ha consumato bevande alcoliche almeno una volta, l'84% nell'ultimo anno, il 73% nell'ultimo mese e il 6,5% ogni giorno. Tra coloro che hanno bevuto alcol nell'ultimo anno, più della metà lo ha fatto dalle 6 alle 39 volte, anche se per il 26% dei maschi ed il 15% delle femmine il consumo è stato più frequente (40 e più volte nel corso dell'anno). I ragazzi che bevono scelgono soprattutto birra (37,9%), vino (35,8%), «alcolpop», cioè alcolici al sapore di frutta (33,9%), cocktail (33%) e superalcolici (26,4%).


I maschi prediligono birra e vino, mentre le femmine non hanno preferenze. Di fronte a tutto questo l'Asl sta spingendo molto verso la prevenzione. Nello scorso anno scolastico i medici del Dipartimento dipendenze hanno incontrato 4.024 studenti delle scuole medie e del biennio delle superiori in percorsi di informazione e sensibilizzazione sui rischi di alcol e droga. L'Azienda sanitaria ha anche organizzato infopoint nei locali notturni e ha creato un Codice etico coinvolgendo i titolari di bar, locali pubblici, e feste per impegnarli a non somministrare alcolici ai minori di 16 anni. Ma i medici sanno che la strada è ancora lunga e ogni anno sempre più difficile. Fabio Paravisi


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)