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Bergamo: flop del Botellón, alla Fara più polizia che partecipanti

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Flop del Botellón, alla Fara più polizia che partecipanti


La pioggia fa saltare l'evento. Non c'è ombra delle 1300 adesioni su Facebook. Si ritrovano in trenta, solo alle 22.30.
Tra i grandi punti interrogativi del Botellón orobico, (chi organizza? Quanti saranno? Cosa accadrà?) l'unica certezza della giornata di ieri erano le previsioni del tempo. Azzeccata. Alle ventuno camionette di poliziotti, volanti di carabinieri e altre auto riconducibili ad un servizio d'ordine in borghese circondano la Fara, dove non c'è anima. Neanche un cane. Tutti in casa, mentre l'unico quartetto di ragazze in vena di amenità cerca un ristorantino in piazza Mercato del Fieno.
La sensazione è che più che un Botellón alcolico sarà un Botellón acquatico, di 15 gradi, quelli che segna la temperatura esterna. Alle ventuno e trenta forze dell'ordine battono botellóneros venti (circa) a due. Sono due, infatti, i ragazzotti che imboccano via Porta Dipinta bofonchiando una frase tipo: «Abbiamo fatto una sfacchinata per niente». E anche sulla pagina Facebook tutto è fermo, senza alcun messaggio per eventuali ritrovi alternativi. In quell'angolo del web molto seguito nessuno propone un rinvio, nessuno incalza per invitare tutti ad andare comunque alla Fara.
Poche persone, non più di una decina, si ritrovano spontaneamente in piazza Vecchia, sotto il campanone. Due ragazzine sciamano veloci, mentre tirano un'occhiata desolata. «Che sfiga, proprio stasera doveva piovere così». Osservazione acuta, che apre uno squarcio sullo spirito convinto e volitivo che anima i partecipanti all'evento. Ma qualcosa accade. Solo attorno alle 22.30, pochi metri più in là rispetto al prato, sul piazzale di Sant'Agostino, arrivano una trentina di persone. Qualcuno suona una fisarmonica, altri iniziano a bere qualche birra, si siedono sui muretti affacciati sui pendii verdi, e bagnati, attorno a Città Alta. Restano in pochi, anzi nel giro di pochi minuti c'è chi se ne va. E altri cinque ragazzi raggiungono una panchina alla Fara: ci sono studenti universitari, altri stranieri che studiano qui grazie all'Erasmus. Ma chi sorride di più alla fine è un poliziotto: «L'unica cosa che esce stanotte sono i funghi».
Donatella Tiraboschi, Silvia Seminati


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)