Bevande alcoliche e caffè provocano battito cardiaco irregolare
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Il rischio è di sviluppare la fibrillazione atriale, causa di ictus e infarto
Bastano 4 tazzine di caffè al giorno o 10 bevande alcoliche alla settimana per aumentare il rischio di sviluppare una forma di fibrillazione atriale che aumenta le probabilità di essere vittime di ictus, infarto o altri problemi cardiaci.
Questo è quanto suggeriscono due recenti studi presentati al Congresso della Società Europea di Cardiologia in corso a Barcellona (Spagna) dal 29 Agosto al 2 Settembre 2009.
Il primo dei due studi - incentrato sul consumo di alcol - ha coinvolto 8.830 persone di entrambi i sessi residenti in Gran Bretagna, Scandinavia e Stati Uniti. Dai dati raccolti è emerso che le persone che bevevano circa 10 bicchieri di bevande alcoliche a settimana hanno mostrato un aumento del rischio - nella misura dell'80% - di sviluppare la fibrillazione atriale nel giro di cinque anni. Il Dipartimento della Salute inglese ha, per esempio, suggerito che gli uomini non dovrebbero bere più di 210 ml di alcol a settimana. Quantità che scende a 140 ml per le donne.
Commentando i risultati, il dr. Inger Ariansen dell'Oslo University Hospital, ha detto che basta l'assunzione di 10 bevande alcoliche nella misura standard per entrare nella soglia di rischio per la fibrillazione atriale.
Il secondo studio - incentrato sul consumo di caffeina - è stato condotto dai ricercatori dell'Università di Modena i quali hanno scoperto che il consumo di 4 tazze di caffè espresso al giorno possono aumentare il rischio di sviluppare aritmie cardiache in persone senza patologie cardiache note.
Questa condizione, fanno notare i ricercatori, si può sviluppare anche se si segue una dieta sana.
È chiaro, sottolineano gli scienziati, che ogni persona reagisce all'alcol o alla caffeina in modo diverso e il processo di metabolizzazione dell'alcol, per esempio, può aumentare in forme altrettanto diverse il rischio di fibrillazione atriale. Tuttavia, è bene ridurre il consumo di tali bevande anche per le conseguenze che queste possono avere su altri organi o nello sviluppo di più patologie.