Binge-drinking: alcuni dati di consumo
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Il consumo di alcol fra i giovanissimi è da tempo oggetto di statistiche e sondaggi, spesso dai risultati poco rassicuranti. Se da una parte non possiamo dire che il problema è stato preso sottogamba da chi di competenza, dall'altro possiamo evidenziare come qualsiasi soluzione finora adottata si sia rivelata alquanto fallimentare, come dimostra già l'ultima Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati da Ministero della Salute e Regioni in materia di alcolismo.
Secondo la relazione i giovani si avvicinano all'alcol a poco più di dodici anni, contro i quattordici della media Europea. Il 17,6% degli adolescenti fra gli 11-15 anni ha già consumato bevande alcoliche; la fascia d'età 18-24 fa un uso di alcol quantitativamente superiore alla media nazionale.
Le statistiche sono ancora più allarmanti quanto più si abbassa l'età alla quale fa riferimento, assieme alle motivazioni che spingono all'abuso di bevande alcoliche e le modalità di consumazione.
Si fa spazio, ad esempio, la mania del "binge-drinking": assumere alcol in maniera smodata fino ad ubriacarsi, in poco tempo e a stomaco vuoto, con il rischio di finire in coma etilico ma con l'effetto di esaltarsi nel giro di qualche ora. Questo comportamento è diffuso soprattutto nei maschi fra i 18 e i 24 anni e, in misura minore, nella fascia 25-44. Ma una buona percentuale riguarda anche le donne, soprattutto le ragazzine fra gli 11-15 anni, forse perché, com'è noto, si avvicinano prima all'universo adolescenziale rispetto ai loro coetanei maschi, con tutte le conseguenze che ne derivano al giorno d'oggi.
Il binge drinking è praticato anche dagli adulti in maniera occasionale, da chi ha un elevato titolo di studio (e magari un lavoro buono ma troppo "stressante" o "faticoso") e tra chi pensa di godere di buona salute, lanciandosi più spesso in queste vere e proprie "prove" per il corpo umano.
Sono ancora i numeri, abili come il migliore degli aggettivi, a descrivere la parte che riguarda le conseguenze dell'uso di alcol.
Il 10% degli utenti in terapia sono giovani al di sotto dei trent'anni; sono per lo più appartenenti alle fasce 30-34 e 25-alcolismo(2)29 i morti in incidenti d'auto causati da stato d'ubriachezza e, in definitiva nel 2007, il 2.09% degli incidenti stradali è stato causato dall'alcol, 2000 casi in più rispetto agli anni precedenti. E sono in aumento anche le percentuali dei ricoveri per malattie legate a questo fenomeno, come cirrosi epatiche alcoliche, stati d'ebbrezza, coma e così via.
Come accennato inizialmente, le proposte, governative e non, volte a sensibilizzare i giovani sul tema dell'alcolismo e a ridurre la consumazione di bevande alcoliche, spesso non si sono rivelate efficaci: divieto di servire bevande alcoliche nei locali dopo le due di notte, divieto per i più giovani di comprare e assumere cocktail alcolici, aumento dell'intensità dei controlli sulle strade da parte della polizia, campagne di prevenzione nelle scuole e persino all'uscita dei locali, incentivi a chi non beve come biglietti gratis, ecc. L'elenco è ancora lungo ma, a guardare le statistiche, di anno in anno la situazione tende a non migliorarsi di molto, e continua a mantenere uno stato delle cose per niente tranquillo.
La cultura dell'alcol è ormai radicata nella maggior parte dei giovani che, nella migliore delle ipotesi, aspettano il sabato sera per uscire dalla quotidianità cercando una via di fuga nell'abuso di alcol, come anche in quello di sostanze stupefacenti. Le filosofie spicciole che si propagano agli slogan "se non bevi non sei ancora grande" o "se non bevi non ti diverti" sono tanto povere e banali quanto efficaci e, spesso anche inconsciamente, seguite da tutti. Non basta mettere qualcuno fuori dal locale a dirti che l'alcol fa male, nemmeno mostrarti le immagini degli incidenti. Non basta aumentare l'età di chi può consumare alcol, perché, per esperienza diretta, sappiamo che non è difficile procurarsi da bere anche per un dodicenne.
Forse, al di là delle campagne altisonanti e costosissime, il primo passo da fare, soprattutto per un ragazzo cosciente dell'argomento, è iniziare a dare un esempio forte per gli altri, imparando a non esagerare e a capire che il divertimento e l'essere grandi non te li regalano quattro superalcolici bevuti di fila.