Binge-drinking e adolescenti.
Binge-drinking, è boom fra adolescenti e ultra 40enni. Primo bicchiere a 11 anni
ANCONA – «Iniziano a bere presto e si spingono all’abbuffata alcolica, una pratica tanto insidiosa quanto pericolosa perché i ragazzi rischiano di presentare gravi problematiche alcol correlate nel giro di brevissimo tempo». A lanciare l’allarme sul binge-drinking, ovvero sull’assunzione di più bevande alcoliche in un breve lasso di tempo, è Carla Pierini, medico psichiatra, responsabile del Centro di alcologia clinica del Dipartimento delle dipendenze dell’Asur di Ancona. “Tour alcolici” ormai diffusissimi come testimoniano gli accessi ai Pronto Soccorso e i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, che mostrano un quadro sconcertante non solo a livello europeo, ma anche in Italia.
Sono oltre 40mila gli accessi annuali ai servizi di emergenza italiani per intossicazione da alcool tra i ragazzi sotto i 20 anni, e «la quasi totalità delle violazioni al codice della strada» commesse dai Millennials sono per «guida in stato di ebrezza», spiega la psichiatra.
«La pratica del binge-drinking è cresciuta in maniera allarmante negli ultimi anni tra gli adolescenti – spiega la dottoressa Pierini – , specie tra i 18 e i 24 anni». I ragazzi non solo bevono molto, ma iniziano a bere molto presto: «Il primo bicchiere viene consumato a 11 anni» spiega la dottoressa, e a bere sono soprattutto i ragazzi, anche se il binge-drinking è molto diffuso anche tra le ragazze. Di fatto si beve in un’età in cui è illegale (sotto i 18 anni) e si rischiano conseguenze importanti sulla salute.
«L’organismo degli adolescenti è ancora immaturo – avverte la psichiatra – con scarsa capacità di metabolizzare l’alcool, per questo si possono avere gravi intossicazioni alcoliche con danni a livello fisico e psichico. I ragazzi possono avere problemi di rendimento scolastico e problemi sociali, alterazioni dell’umore fino al disturbo depressivo e inoltre le ragazze in stato di ebbrezza alcolica rischiano di essere oggetto di abusi sessuali».
«I ragazzi di oggi bevono seguendo lo stile anglosassone – spiega la dottoressa – ovvero lontano dai pasti. Una pratica pericolosa perché a stomaco vuoto l’assorbimento dell’alcool avviene molto più rapidamente. Gli adolescenti bevono soprattutto per cercare gli effetti dell’alcool, ma anche emozioni forti. Bevono per sentirsi più disinvolti, loquaci, disinibiti. Inoltre bevono anche per essere accettati nel gruppo dei pari, dove chi non beve viene spesso emarginato».
Cresce il consumo dei superalcolici e soprattutto degli aperitivi, anche se poi nei binge-drinking si bevono più bevande alcoliche (anche 5 o 6) con gradazioni diverse. Un problema che non tocca solo i giovani, ma anche gli over 40». Il Centro alcologia clinica del Dipartimento delle dipendenze patologiche di Ancona nel 2018 ha preso in carico 546 adulti, 200 in più rispetto al 2014 quando erano 361. Numeri che descrivono un quadro allarmante, anche perché occorre considerare che non tutte le persone che hanno sviluppano una dipendenza alcoolica chiedono aiuto o si fanno curare. «Arrivano con una dipendenza già radicata e con gli effetti delle patologie alcool correlate. Sono soprattutto 40enni che hanno iniziato a bere una decina di anni prima, utilizzando l’alcool come una sorta di “automedicazione” nel tentativo di lenire ansia e depressione. Spesso sono persone affette da disturbi di personalità, da disturbo borderline o disturbo narcisistico di personalità e che quindi bevono per riempire i loro vuoti e/o per ristabilire lo stato di grandiosità perso».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.centropagina.it/ancona/ancona-alcoolismo-boom-adolescenti-40enni/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)