Birra fai da me: prosegue il successo della birra italiana, anche all'estero
Birra fai da me: prosegue il successo della birra italiana, anche all'estero
di Fabrizia Fedele
Le "bionde" hanno ormai la stessa dignità dei vini. Merito di piccoli produttori italiani. Che stanno ottenendo successo
anche all'estero
La birra è ormai nel novero dei prodotti gastronomici alti, bevanda da degustazione alla stregua del vino. Merito di alcuni
giovani produttori artigiani con i loro microbirrifici, messi su dopo aver appreso i segreti di mastri birrai di Belgio,
Inghilterra, Germania.
In Italia il primo a credere nella birra artigianale è stato Teo Musso (teomusso. it), che con le sue Baladin a Piozzo,
Cuneo, ha fatto da apripista. "Quando ho iniziato, a metà anni '90, in Italia si conoscevano solo i prodotti industriali",
spiega, "ma io volevo realizzare birre della stessa dignità dei vini.
Ho lavorato come avrebbe fatto un winemaker, sviluppando stili birrari diversi per dare nuove sfumature di gusto, ricchezza
di aromi e di profumi".
Sul "New York Times" Evan Rail, influente beer writer autore del blog "Beer Culture", segnala Baladin, Birrificio Italiano,
Bi-Du, Grado Plato, che sono riusciti a mettere insieme birra e alta cucina, e annota: "La maggior parte delle birre Baladin
sono esposte come bottiglie di vino, vendute nei negozi anche a 30 euro la bottiglia".
Ben McFarland nel suo "World's Best Beers" dichiara che l'Italia, tra i nuovi paesi che producono birra, è l'unico da tenere
d'occhio, e della birra Xyauyù di Musso dice che ha il carattere di un vino. La celebre Isaac invece è una bianca delicata,
dalle note di agrumi e spezie dolci; la Super, una birra ambrata ricca di sentori e aromi.
Musso, che in questi anni ha avuto successo con notevoli volumi di export negli Stati Uniti, dopo aver creato Casa Baladin
(casabaladin. it) ristorante birrario e relais, ha ideato Open Baladin (openbaladin.com) prima a Cinzano poi a Roma, con la
collaborazione del collega Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo. Che nel suo birrificio di Borgorose (Rieti) ha dato vita
a birre come la Ducale, di scuola belga, Duchessa, fatta con il farro, Genziana, ale aromatizzata alle radici di genziana, o
Ke To Re Porter, omaggio alle porter londinesi con aggiunta di foglie di tabacco Kentucky Toscano.
Open Baladin è un locale speciale, con oltre 20 birre artigianali alla spina e centinaia di etichette in bottiglia, da
degustare o bere insieme a qualche piatto cucinato. Tra le ultime avventure, l'apertura della Birreria all'Eataly di New York
insieme a Di Vincenzo e agli americani Sam Calagione di Dogfish Head e Vinnie Cilurzo del Russian River Brewing Company. E
Cantina Baladin, barricaia con 150 barrique usate per affinare i loro vini dai più blasonati produttori, da Antinori a
Marchesi di Barolo, da Caprai a Felluga, le ha donate a Musso che ci affinerà due tipologie di birre dedicate alle due anime
del vino, bianco e rosso.
Negli ultimi tempi in ogni regione decine di birrai artigiani hanno cominciato a produrre birre di valore
(microbirrifici.org). Le Almond 22 (birraalmond.com), in Abruzzo, prodotte sulle colline di Pescara in un edificio dove
venivano lavorate le mandorle per i confetti, sono rifermentate in bottiglia con metodo champenoise; Blanche de Valerie è una
ale chiara di segale, farro, frumento e orzo, Torbata assomiglia a un whisky torbato.
Maltovivo (maltovivo.it) a Capriglia Irpina (Av) si cimenta con vari stili birrari: Phonix è una lager, Noscia un Imperial
Ipa, Fahrenheit una dark strong ale. Il Barley (barley.it) a Maracalagonis (Ca) produce birre non pastorizzate, non filtrate
e rifermentate in bottiglia con ingredienti del territorio. Nella BB10 c'è la sapa (mosto d'uva cotto) di Cannonau, nella BB
Evò c'è invce sapa di Nasco, antico vino liquoroso del Cagliaritano.