BMJ Open: alcol in gravidanza, i dati scientifici e la soglia del consumo ridotto
Alcol in gravidanza? I dati scientifici e la soglia del consumo ridotto
Le prove degli effetti del consumo limitato di alcolici durante la gravidanza sono poche, ma in via precauzionale sarebbe meglio che le donne incinte ne facessero a meno. Lo affermano, in uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Open, i ricercatori dell’Università di Bristol (Regno Unito), che suggeriscono alle future mamme di non bere durante la gravidanza, perché “è meglio stare tranquilli piuttosto che essere dispiaciuti”.
Nel corso della ricerca, gli autori hanno cercato di scoprire se vi fosse un livello “sicuro” di assunzione dell’alcol durante la gravidanza. Per riuscirci, hanno esaminato i risultati di circa 5000 studi osservazionali, tra i quali ne hanno selezionato 26 ritenuti “rilevanti”, che presentavano dati idonei a essere raggruppati. Tuttavia, solo poche fra queste ricerche hanno effettuato un confronto diretto tra gli effetti di un consumo ridotto di alcol e quelli dell’astinenza.
In particolare, gli studiosi hanno valutato gli effetti dell’assunzione limitata di alcol - pari a due unità fino a due volte a settimana, o a quattro unità a settimana, per un apporto complessivo settimanale di circa 32 grammi -rispetto a nessun consumo di bevande alcoliche. L’analisi ha riguardato, nello specifico, le complicazioni sperimentate durante la gestazione e il parto - come l'aborto spontaneo, la nascita prematura e la possibilità che i neonati siano sottopeso -, e i problemi a lungo termine, come i ritardi nello sviluppo del bambino, i deficit intellettivi e le difficoltà comportamentali tipiche della sindrome feto-alcolica - una conseguenza del consumo eccessivo di alcol durante la gravidanza.
Al termine dell'indagine, i ricercatori sono giunti alla conclusione che consumare fino a quattro unità alcoliche a settimana durante la gravidanza risulta associato a un aumento dell’8% del rischio di mettere al mondo un bambino sottopeso, rispetto a non assumere bevande alcooliche. Hanno anche riscontrato anche prove dell’aumento del pericolo di nascita prematura, anche se su questo aspetto le informazioni a disposizione erano meno chiare. Gli autori concludono che l’assenza di dati di alta qualità evidenzia la difficoltà di fornire raccomandazioni specifiche. Tuttavia, in assenza di prove forti, consigliano di evitare l’alcol in gravidanza come misura precauzionale.
“Nonostante la distinzione tra l’assunzione limitata e l'astinenza rappresenti una questione che genera preoccupazione e confusione tra i professionisti della salute e le donne incinte, contribuendo alla diffusione di orientamenti e consigli discordanti, la nostra ampia revisione dimostra che questo tema specifico non viene affrontato in modo abbastanza approfondito - scrivono gli autori -.
(...omissis...)
di Nadia Comerci
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://salute24.ilsole24ore.com/articles/20254
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)