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Bologna: dati dell'Ausl sul consumo di alcol e droghe

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Il 20% dei bolognesi consuma droghe. Ausl  
 


Una persona su cinque che abita nell'area metropolitana di Bologna ha fatto uso di droghe almeno una volta nell'ultimo anno. Si tratta del 20 per cento dei bolognesi: il 18 per cento ha usato cannabis, il 2 cocaina. Questi dati sono stati presentati ieri mattina in commissione Sanità della Provincia da Raimondo Pavarin, responsabile dell'osservatorio epidemiologico dell'Ausl, dopo aver condotto un'indagine a campione su 300 residenti nell'area metropolitana, trai 18ei 64 anni. «Un dato che non si discosta dal trend generale», ha precisato Pavarin, ma che comunque fa impressione. Nessuno ha tuttavia risposto di aver usato eroina, che secondo l'esperto dell'Ausl sarebbe in calo. Non solo droga: anche la dipendenza da sostanze legali, come fumo e alcol, risulta molto diffusa: il 14 per cento dei bolognesi ha una dipendenza medio-alta dal tabacco, tenuto conto che i fumatori in città sono il 37 per cento.


Per quanto concerne l'alcol, lo consumano il 68 per cento dei bolognesi e di questi gli alcolisti puri sono il 12 per cento.
Pavarin sottolinea che «emerge un elevato uso di sostanze legali e illegali». Tra quelle legali, sotto accusa quindi alcole tabacco. Nel 2012, rispetto agli anni precedenti, è aumentato il numero di persone con hanno avuto a che fare con un consumo problematico di alcol (2.784 contro 2.633), oltre la metà dei quali si rivolge ai reparti di pronto soccorso (il 34 per cento al Sert e il 23 per cento in ospedale). Persone con un'età media di 48 anni, nel 25 per cento dei casi donne, in deciso aumento rispetto al passato. «Su 100 morti - stima Pavarin - lo 0,5 per cento è dovuto all'uso di sostanze illegali, l'8 per cento è causato dall'alcol e il 14 per cento dal tabacco». Sale anche l'abuso di farmaci: 570 nel 2012 contro i 525 dell'anno prima, con un aumento di quattro nuovi casi su 10mila uomini e di otto su 10 donne.


I dati presentati riguardano anche le morti per overdosea Bologna, che nel 2012 sono raddoppiate rispetto all'anno prima: da otto sono salite a 16. Ma il problema, secondo Pavarin «non è l'eroina bianca in sé, che esiste in città da 5 o 6 anni, e per la quale abbiamo già lanciato allarmi in passato. Il problema è la modalità d'uso. Questa è una sostanza fatta per essere sniffata, mentre oggi si sta diffondendo l'uso di iniettarla in vena. Incide la crisi economica: con meno soldi, le persone sono tornate a iniettarsi l'eroina, perché ne serve una quantità minore». Ma questa eroina più raffinata «in vena crea più problemi». Insomma, secondo Pavarin, «non c'è una letalità diffusa dovuta all'eroina bianca in quanto tale, altrimenti avremmo 10 morti al giorno».
 


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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)