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Botte alla moglie e alla figlia: condannato a due mesi di reclusione per un 66enne

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Si è concluso presso la sede distaccata di Canicattì del tribunale di Agrigento, il processo di un uomo di Canicattì accusato di aver picchiato, in diverse occasioni, la moglie e la figlia. Presso l'aula penale del tribunale di via Livatino, il giudice monocratico Luca D'Addario ha emesso la sentenza di condanna a 2 mesi d reclusione nei confronti di un 66enne del luogo, L.S., queste le sue iniziali. I fatti si riferiscono all'aprile del 2007. L'uomo, in diverse occasioni, avrebbe maltrattato la moglie con calci e pugni. L'imputato , spesso, si sarebbe presentato in casa in stato di ebbrezza scagliando poi tutta la sua ira contro la propria consorte. Stanca di questa situazione familiare, la figlia dell'imputato avrebbe invitato la madre a denunciare l'uomo presso le forze dell'ordine locali. L'uomo, appresa la notizia di una possibile denuncia nei suoi confronti, avrebbe scagliato la sua ira contro la figlia provocandogli lesioni al volto giudicate guaribili in 4 giorni. Visto i continui rifiuti della donna sarebbe stata la stessa figlia a recarsi presso la locale compagnia dei carabinieri per sporgere denuncia contro il padre violento. In alcune occasioni, l'uomo avrebbe colpito alla testa la propria moglie con suppellettili provocandogli lesioni giudicate guaribili in tre giorni. Oltre a maltrattare la donna, l'imputato l'avrebbe anche minacciata di morte. I militari dell'Arma, accertato che quanto dichiarato dalla donna corrispondesse a verità, denunciarono l'uomo per maltrattamenti in famiglia. Il giudice D'Addario ha emesso la sentenza di condanna a 2 mesi di reclusione.