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Botte alla moglie, patteggia

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Processo con rito abbreviato in relazione alla contestazione di violenza sessuale
IL GAZZETTINO 20 Gennaio 2009
Immigrato, 39 anni, originario del Marocco, ma da oltre vent'anni residente in Italia, con lavoro, casa e permesso di soggiorno, ha chiesto e ottenuto di dividere in due parti il procedimento penale nel quale era chiamato a difendersi dalle contestazioni di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale.
L'imputato, assistito e consigliato dall'avvocato Gabriele Sansonetti, ha così chiesto e ottenuto di patteggiare un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, con il pm Monica Carraturo, davanti al giudice Piera Binotto. L'operaio originario del Marocco, ritenendo di poter dimostrare la propria innocenza dalla contestazione di violenza sessuale, ha invece deciso di farsi processare con rito abbreviato. Richiesta che il giudice, dopo aver pronunciato la sentenza di patteggiamento, ha accolto, aggiornando l'udienza relativa all'accusa di abuso sessuale.
Da quanto ricostruito dal pm Carraturo, sulla base degli elementi di prova ricostruiti dai carabinieri e dalle denunce della parte offesa, dal 1997 ai nostri giorni avrebbe sottoposto la moglie - una trentenne italiana originaria della Pedemontana - ad un regime di vita tormentoso. Alterato dalle sostanze alcoliche l'avrebbe più volte picchiata ma soprattutto - da quanto emerso dalla ricostruzione degli inquirenti - l'avrebbe costretta a subire rapporti sessuali contro la propria volontà.
La donna, tra il 1997 e il 2006, aveva più volte denunciato il compagno marocchino ai carabinieri, presentando i referti medici con prognosi di guarigione variabili tra i 3 e i dieci giorni. La donna, nonostante i consigli degli esperti, aveva però sempre preferito ritirare le querele. La situazione peggiorò, diventando insostenibile - secondo l'accusa - dopo la nascita del primogenito, quando la ragazza italiana lasciò il lavoro per dedicarsi al figlio e alla casa. In quel periodo l'imputato - per gli inquirenti - aveva l'abitudine di presentarsi a casa alterato dall'alcol e di prendere a pugni e calci la moglie, obbligandola infine a fare sesso. La donna, si è appreso, avrebbe rinunciato a costituirsi parte civile e a chiedere il risarcimento del danno.