Brescia: tre giorni di dibattito sull'alcolismo
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Dall'happy hours in su, quasi tutti hanno consumato alcol almeno una volta nella vita. Molti lo fanno regolarmente, magari solo nel fine settimana, quando "si va a bere qualcosa". Il problema, lo ricorda bene il parroco di San Faustino don Armando Nolli, è che "non tutti siamo uguali di fronte all'alcol".
Lo sanno bene anche quelli dell'Associazione dei club degli alcolisti in trattamento (Acat) di Brescia. Da anni sono d'aiuto a chi vuole smettere di bere, a chi ha capito che l'alcol per lui è diventato un problema, e anche quest'anno organizzano la festa analcolica per la promozione della salute.
Il 20, 21 e 22 novembre nella sala Piamarta di via San Faustino 70 si terranno una serie di incontri rivolti soprattutto ai giovani. Il vicesindaco Fabio Rolfi, fra i supporters dell'iniziativa, ha ben spiegato il motivo: "La cultura dello sballo è ormai una moda fra i giovani. C'è un problema culturale di fondo che riguarda il gesto del bere, ed è per questo che è importante soprattutto rivolgersi a loro".
Si inizia venerdì 20 alle 9 con un dibattito con gli studenti (sono stati invitati sia quelli delle scuole medie che quelli delle scuole superiori) dal titolo "I problemi alcolcorrelati: etica, efficacia nella prevenzione, tutela dei cittadini". Alle 19 un'altra tavola rotonda con gli adolescenti.
Sabato alle 18 incontro con i giovani e le famiglie dei club Acat dal titolo "L'alcol può danneggiare la tua salute, la tua famiglia e la tua comunità". Per i partecipanti seguirà una grigliata nell'oratorio di San Faustino offerta dai "Gnari de S. Faustì". Domenica, dopo la S. messa delle 10 nella basilica di San Faustino, pranzo e poi incontro conclusivo con le famiglie Acat.
"Consumare alcol non è una malattia, ma dà grossi problemi. Per questo vogliamo parlare con i ragazzi senza essere troppo integralisti e raccontare davvero la realtà delle cose", ha spiegato Carlo Riva, segretario dell'Acat di Brescia. Anche la presidente dell'Acat Nadia Ratti ha spinto sull tasto del dialogo: "Chi ha questo problema ha bisogno di essere compreso e ascoltato, per questo i nostri club mantengono un rapporto costante con le proprie famiglie".
Nella città di Brescia ci sono 14 club Acat: si tratta di sottogruppi nei quali un servitore-insegnante tiene incontri settimanali con le "sue" famiglie di riferimento, che sono sei per ogni club. I servitori-insegnanti sono tutti volontari, ma sono prima stati formati da specialisti del settore.
Il concetto di famiglia è molto importante per l'associazione. Ratti ha ricordato infatti che per agire con efficacia sull'individuo che ha avuto il problema, è importantissimo coinvolgere tutta la famiglia. "E quando qualcuno si presenta senza il supporto della sua famiglia per vari motivi, gliela prestiamo noi!".
Anche Aristide Peli, assessore provinciale a Servizi sociali e alla Famiglia, è intervenuto alla presentazione della festa sottolineando il grande lavoro svolto fin'ora dall'associazione, ricordando però che "siccome il tema resta di grande attualità, significa che c'è ancora molto da fare. Per questo il mondo dei giovani è quello che ci preme di più".
Flavio Bonardi, presidente della Circoscrizione centro che ospita sul suo territorio sia la sede dell'Acat, sia lo svolgimento della festa, ha promesso che saranno "tre giorni di divertimento ma anche di riflessione, per questo sarà utile per tutti incontrare le famiglie che hanno avuto questo problema".