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British Lung Foundation: cancro ai polmoni, uno spinello equivale a 20 sigarette

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Cancro ai polmoni: uno spinello equivale a 20 sigarette


In base ad uno studio condotto di recente, il 32% degli intervistati non ritiene che fumare cannabis sia dannoso per la propria salute. Questo risultato aumenta, registrando il 40%, nella fascia di età compresa tra i 35 ed i 40 anni. Questo sondaggio dimostra che chi fa uso di cannabis ignora che per ogni spinello fumato la probabilità di sviluppare un cancro aumenta tanto quanto con un pacchetto da 20 sigarette. Giovanni Serpelloni, capo del Dpa, ha affermato: “Condividiamo pienamente non solo la preoccupazione della British Lung Foundation ma anche l’invito di aumentare la divulgazione di linee di indirizzo per la salute pubblica riguardo i numerosi danni che l’uso di cannabis e le sostanze stupefacenti possono produrre soprattutto tra i più giovani”.

Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano, a sua volta, dichiara: “Condivido pienamente quanto evidenziato dal Dott. Serpelloni del Dpa a commento dei dati presentati nello studio pubblicato di recente dalla British Lung Foundation, in particolare sui rischi correlati al tumore del polmone dall’uso della cannabis – Troppo spesso non si ricorda che i tumori del polmone e gli altri tumori associati al fumo possono essere – come evidenziato dallo studio – un grave effetto collaterale del fumo di cannabis. Inoltre nel contesto di sempre più nuovi mix tra vecchie e nuove droghe sintetiche è necessario, da parte dei medici, sottolineare la pericolosità delle vecchie cosiddette ‘droghe leggere’ come la cannabis e delle nuove misture delle quali si conoscono gli effetti dannosi per le morti associate, ma non si conoscono ancora i danni a medio e lungo termine. Pertanto i medici, in particolare gli oncologi responsabili, dovrebbero incitare i potenziali consumatori e quelli attuali, sulla falsa riga della campagna anti fumo della sigaretta, a desistere da questo comportamento sbagliato e deleterio e a sollecitare il legislatore a non compiere interventi dannosi per la salute pubblica come quelli della legalizzazione delle droghe cosiddette ‘leggere’, come da più parti viene richiesto e che favorirebbe certamente la diffusione di questa pratica dannosa per la popolazione”.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)