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Un uso eccessivo di alcol può compromettere seriamente la funzionalità del fegato, così come un eccessivo peso corporeo. Un gruppo di ricercatori inglesi ha esaminato se la coesistenza di queste due condizioni (abuso di alcol e sovrappeso) aumentasse il rischio di comparsa di disturbi epatici.
Carole Hart dell'Università di Glasgow e collaboratori hanno analizzato due set di dati provenienti da uno studio di coorte prospettico sulla salute che ha coinvolto oltre trentamila persone, realizzato a partire dal 1960 nell'ovest della Scozia. Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, ha esaminato i dati raccolti a partire dagli anni 1965-1968 e 1970-1973 relativi a 9.559 uomini, confrontandoli con quelli del follow-up al 31 dicembre 2007, e focalizzandosi sulle cause di morte provocate da patologie del fegato. I partecipanti sono stati suddivisi in nove gruppi, sulla base della quantità di alcol assunto mediamente ogni settimana (da zero ad oltre 35 unità alcoliche) e in base all'indice di massa corporea (BMI, body mass index).
Dai risultati è emerso che 80 soggetti (0.8%) erano deceduti a causa di disturbi al fegato e 146 (1.5%) avevano questi disturbi come concausa del decesso. L'aumento della massa corporea e della quantità di alcol assunta erano entrambi correlati a questa mortalità: i soggetti che assumevano 15 o più unità alcoliche avevano un tasso di mortalità relativo (per malattie del fegato come causa del decesso) pari a 3.16 nel caso di basso BMI, tasso che raggiungeva il valore di 18.9 nel caso di soggetti obesi. In particolare si è osservato che la combinazione dei due fattori aveva un effetto superiore a quello dovuto alla somma dei due fattori considerati separatamente.
Il modo in cui alcol e obesità influiscono sulla salute del fegato non è del tutto chiara ma evidenze patologiche e biologiche fanno pensare all'esistenza di un meccanismo comune. Limitare il più possibile il consumo di alcol, soprattutto nei soggetti sovrappeso, puntando alla prevenzione e al rapido monitoraggio della salute del fegato risulta quindi particolarmente importante nel caso di coesistenza di entrambi i fattori di rischio.