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British Medical Journal: fattori di rischio dell'infarto

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Infarto: sintomi, prevenzione e una nuova scoperta

 Mangiare fibre aumenta l’aspettativa di vita dopo un infarto: uno studio Usa rivela che 10 grammi al giorno abbassano il rischio di morte del 15%.

Lo studio di un gruppo di ricercatori di Boston, pubblicato sul British Medical Journal, ha coinvolto 4mila persone reduci da un attacco di cuore, ed ha stabilito che coloro i quali avevano consumato fibre come frutta, verdura e cereali integrali hanno notevolmente abbassato il rischio di morte in un periodo di massima di 9 anni.

In particolare, la ricerca statunitense ha dimostrato che per ogni 10 grammi di fibra al giorno consumata in più, il rischio di morire diminuiva del 15%. E che avevano molti benefici soprattutto coloro che a colazione mangiavano 25 g di fibre, tramite prodotti come muesli, crusca e pane integrale. Le fibre, difatti, abbassano i livelli di lipidi nel sangue e quindi quello di ipertensione. Se dunque dopo un attacco di cuore è fondamentale l’alimentazione, bisogna anche capire quali sono le cause dell’infarto, i sintomi e la maniera di fare prevenzione contro le malattie cardiovascolari.

Sintomi dell’infarto
Un attacco cardiaco può manifestarsi con uno stato d’ansia molto acuto che crea nella persona il forte timore di morire. Il sintomo più tipico è però il dolore al centro del petto o leggermente alla sua sinistra, spesso scambiato per dolore legato a cattiva digestione.

Altro indicatore è una tosse ostinata che può portare a espellere sangue, e ci sono poi  capogiri e vertigini, un forte senso di spossatezza, nausea e mancanza di appetito, gonfiore addominale e talvolta vomito.

Piuttosto comune prima di un infarto è un dolore che dal petto sale alle braccia, alle spalle e ai gomiti, ma anche al collo, alla mascella e all'addome. E spesso è presente anche tachicardia e aritmia nel battito del cuore.

Segnali di allarme sono anche le difficoltà respiratorie simili a quelle create dall’asma, i sudori freddi, piedi caviglie e gambe gonfie, e spesso l’attacco di cuore dà alla persona la sensazione di non avere digerito bene. La minore presenza di ossigeno nel sangue, legata a problemi cardiaci imminenti, può infine provocare insonnia.

Infarto: dieta e prevenzione
Per prevenire l’inferto è indispensabile una dieta sana: mangiare almeno 400-500 g di frutta e verdura al giorno protegge i vasi e i tessuti del cuore e del cervello.

 Inoltre bisogna usare poco sale: l’OMS ha stimato che 3 grammi in meno al giorno, abbassano la mortalità per infarto del 22 per cento.

È opportuno ridurre il consumo di cibi grassi e fritti: i grassi saturi e quelli idrogenati sono pericolosi perché aumentano il colesterolo cattivo.

Importante mangiare pesce almeno 2 volte alla settimana ricco di omega 3 che protegge le arterie, e non bere più di due bicchieri di alcol al giorno.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.farmacia.it/index.php/infosalute/articolo/10/12613

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)