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British Medical Journal: in Belgio meno parti prematuri grazie alle leggi antifumo

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Fumo e salute: in Belgio meno parti prematuri grazie alle leggi antifumo
 

Il divieto di fumare nei locali pubblici è associato ad una diminuzione delle nascite premature. E' quanto ha rilevato uno studio belga pubblicato di recente sul British Medical Journal.
È ormai dimostrato che il fumo in gravidanza compromette la crescita del feto, causandone spesso, la nascita pretermine. Anche l’esposizione al fumo passivo è associata, secondo gli ultimi dati scientifici, a importanti complicanze durante il travaglio e il parto. Sono invece ancora pochi gli studi che indagano le modalità e gli esiti delle gravidanze in relazione all’introduzione delle leggi antifumo nei locali pubblici, promulgate dall’UE negli anni passati. Alcuni ricercatori belgi della Hasselt University, hanno analizzato oltre 600.000 nascite avvenute in Belgio tra il 2002 ed il 2011, registrando le variazioni nel tempo del numero di bambini partoriti prematuramente (a meno di 37 settimane di gestazione), in corrispondenza di tre fasi di progressiva estensione dei divieti di fumare in Belgio. Nel 2006 infatti, il Belgio ha introdotto i primi spazi “liberi dal fumo” sui posti di lavoro e nella maggior parte dei luoghi pubblici, nel 2007 li ha estesi ai ristoranti e nel 2010 a tutti i luoghi dove si serve cibo. Ognuno di questi provvedimenti è stato seguito, mediamente, da un calo del 3% dei neonati prematuri, il che equivale a circa 6 bambini ogni mille nascite. Nessuna variazione della numerosità è stata rilevata invece nei periodi precedenti all’introduzione della legge. Un effetto che non può quindi essere spiegato, secondo gli autori, da altri fattori, come l'età materna, lo status socioeconomico o l'inquinamento dell'aria.
E’ dunque verosimile pensare, commentano i ricercatori belgi, che i divieti al fumo nei luoghi pubblici - attivi anche in Italia dal 2005 – apportino beneficio alla salute collettiva, sin dalle primissime fasi della vita.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)