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British Medical Journal: interazioni tra farmaci ipnoinducenti e consumo di alcolici

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I farmaci ipnoinducenti e il rischio di mortalità

la mancanza di sonno a volte viene trattata farmacologicamente con gli ipnoinducenti altrimenti detti sonniferi e sembra che possano essere

collegati ad un aumentato rischio di mortalità. Ad affermarlo uno studio condotto da Daniel Kripke, Robert Langer e Lawrence Kline pubblicato sul BMJ Open (British Medical Journal).
Si stima che circa il 6% -10% degli adulti negli USA con problemi di insonnia abbiano assunto almeno un farmaco ipnotico in un arco temporale di un anno. Uno studio di tipo longitudinale ha vagliato cartelle cliniche elettroniche suddivise per coorti.
Sono stati scelti 10 529 soggetti di età media 54 di anni pazienti che hanno ricevuto prescrizioni di ipnotici e 23 676 controlli appaiati senza prescrizioni ipnotici, seguiti per una media di 2,5 anni.
I dati sono stati aggiustati per età, sesso, fumo, indice di massa corporea, etnia, stato civile, l'uso di alcol. L'Hazard Ratio (HR), ossia

il calcolo del Rischio Relativo di morte, è stato calcolato con i modelli proporzionali di Cox controllato per i fattori di rischio

utilizzando fino a 116 strati, e 12 classi di comorbidità.
In accordo con quanto previsto dai ricercatori i pazienti con prescrizioni mediche di sonniferi presentavano percentuali di rischio più

elevate rispetto ai soggetti senza alcuna prescrizione d'ipnoinducenti, dimostrando anche un'associazione dose -risposta.
L'HR è risultata elevata nell'analisi separata per diversi ipnotici comuni, tra cui zolpidem, temazepam, eszopiclone, zaleplon, altre

benzodiazepine, barbiturici e antistaminici sedativi. I risultati hanno mostrato una certa coerenza anche all'interno dei gruppi che

presentavano la copresenza di altre malattie, indicando che i rischi di morte associati ai farmaci ipnotici non erano attribuibili alla pre-

esistente malattia.
Lo studio in questione conclude affermando che la presenza nei soggetti di una prescrizione medica di farmaci ipnoinducenti si è riscontrato

un rischio relativo di morte di almeno tre volte rispetto ai controlli, anche con una quantità minima di dosi prescritte in un anno. Questo

tipo di associazione riscontrata è stata ottenuta facendo analisi separate per i diversi ipnotici più comunemente

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)