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British Medical Journal: nuovo studio sui modelli di prevenzione dell'alcolismo

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Come ridurre il consumo di alcolici: uno studio sul modello inglese


Meglio proibire le vendite sottocosto o fissare un prezzo minimo per regolare l'accesso agli alcolici? Una ricerca pubblicata sul British Medical Journal studia i due diversi modelli applicati alla popolazione inglese, giungendo alla conclusione che l'applicazione di una soglia minima di prezzo per gli alcolici risulta più efficace rispetto al rischio per la salute delle vendite sottocosto.

La ricerca è stata condotta all'Università di Sheffield, ed è giunta alla conclusione che l'introduzione di un prezzo minimo per gli alcolici potrebbe essere fino a 50 volte più valida per contrastare i problemi legati alla disponibilità di alcol a prezzi ridotti.

Il vantaggio sarebbe particolarmente sensibile per i bevitori più accaniti, che maggiormente rischiano gli effetti dell'alcol. L'analisi nasce sulla scorta delle decisione del governo del 2010, che hanno messo al bando le vendite sotto costo di alcolici, ovvero la loro disponibilità a prezzi addirittura inferiori al valore delle sole tasse. Nel 2013, poi si è provveduto a fissare un valore minimo per ogni unità alcolica variabile tra i 40 e i 50 centesimi.

Sulla base di queste scelte politiche i ricercatori dell'ateneo del Regno Unito hanno voluto valutare gli effetti sulla popolazione, impiegando un modello matematico per traslare i dati nel 2014-2015. La popolazione esaminata è stata suddivisa in diversi sottogruppi in base al consumo di alcolici: bevitori moderati, a rischio e "pericolosi". Lo studio ha dimostrato che con le vendite sottocosto mediamente si otteneva una crescita del prezzo solo dello 0,7 per cento delle unità alcoliche vendute nel Paese, mentre il presso minimo faceva crescere quasi del 25 per cento il prezzo di vendita di una singola dose alcolica. Tradotto in valori utili per la cittadinanza, le vendite sotto costo potrebbero ridurre il consumo medio annuale dei bevitori pericolosi solo di meno dell0 0,1 per cento, contro il 3,7 per cento legato alla definizione di un prezzo minimo a 45 centesimi. Mettere al bando le vendite sottocosto, peraltro avrebbe un effetto minimo sulla popolazione: il vantaggio sarebbe di 14 morti e 500 ricoveri l'anno, contro il risparmio di 624 decessi e di 23.700 ottenibili con il prezzo minimo sopradeterminato.
Il rischio alcol in Europa

Secondo quanto riporta il Piano d'Azione Europeo 2012-2020, gli Stati che portano avanti un'azione più decisa sull'alcol raccoglieranno considerevoli frutti in termini di migliore salute e benessere della popolazione, di minore assenteismo e maggiore produttività, di risparmi derivanti dall'aumento di salute e benessere sociale, di maggiore uguaglianza sul piano economico e sanitario e di maggiore coesione e inclusione sociale. Ad oggi, sempre secondo il documento, l'alcol rappresenta uno dei tre problemi prioritari di salute pubblica del mondo. Le evidenze disponibili a supporto di questa affermazione sono ampie, varie e persuasive. Anche se solo la metà della popolazione mondiale beve alcol, esso è la terza causa mondiale di malattia e morte prematura, dopo il basso peso alla nascita e il sesso non protetto (per i quali l'alcol è un fattore di rischio), e prima del tabacco.

L'alcol ha degli effetti sia sulle malattie non trasmissibili che trasmissibili. La Regione Europea dell'OMS è ancora l'area del mondo con i più alti livelli di consumo di alcol e di danni alcol correlati. Nella Regione Europea il 40% delle cattive condizioni di salute e di morti premature sono causate da tre fattori di rischio evitabili: fumo, alcol e incidenti stradali (che sono a loro volta spesso causati da alcol). La mortalità alcol-correlata dovuta a fattori cardiovascolari e lesioni è una causa importante delle disuguaglianze di salute tra gli Stati Membri. Infine, non bisogna dimenticare che la maggior parte dell'alcol si beve in situazioni di consumo pesante, che peggiorano tutti i rischi. In particolare, le situazioni di consumo pesante sono la causa di tutti i tipi di lesioni volontarie e involontarie, nonché di cardiopatia ischemica e morte improvvisa. L'alcol danneggia altre persone oltre che il bevitore, sia attraverso la violenza sulle strade che attraverso la violenza domestica in famiglia, o semplicemente esaurendo le risorse dei governi, in particolare attraverso i costi per fornire assistenza sanitaria e occuparsi della criminalità e dei disordini. Fino a tre persone su dieci possono avere a che fare nella loro vita con un bevitore pesante.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.fsk.it/prevenzione/come-ridurre-il-consumo-di-alcolici-uno-studio-sul-modello-inglese


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)