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Bulimia: dalla non accettazione del proprio Io al senso di colpa

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Bulimia: dalla non accettazione del proprio Io al senso di colpa, ma da questo circolo vizioso si può guarire!
di Caterina Lenti


Un pò tutti noi ronziamo intorno al cibo quando ci sentiamo soli, stressati, annoiati, tristi, ma per i soggetti bulimici lo smisurato bisogno di cibo è una vera e propria ossessione! La bulimia nervosa è stata descritta per la prima volta da Gerard Russell nel 1979. Da allora è stata riconosciuta come disturbo autonomo dell'alimentazione. Il termine bulimia deriva direttamente dal greco ed era già utilizzato da Galeno (2°secolo d.C) e, ancora prima , da Ippocrate ( 5°secolo a.C), letteralmente significa "fame da bue", quindi "fame enorme, smisurata". La bulimia, insieme all'anoressia, costituiscono i DAP (Disturbi Alimentari psicogeni) e chi ne soffre, in diversi momenti della sua storia clinica, può oscillare su un estremo o sull'altro. La bulimia nervosa è caratterizzata dalla presenza di abbuffate, assumendo il cibo impulsivamente, al di là di un reale bisogno di sostentamento, quindi i bulimici intendono l'atto del mangiare come funzionalmente inferiore, degradante, bestiale, minaccioso. Il DSM-IV , un manuale descrittivo delle psicopatologie adottato da psichiatri e psicoterapeuti, distingue due sottocategorie: la bulimia senza condotte di eliminazione e quella con condotte di eliminazione, per cui vediamo nei dettagli in cosa consistono!


Nella bulimia con condotte di eliminazione:


- i soggetti bulimici mangiano con grande angoscia per un periodo definito di tempo (esempio per due ore) una quantità di cibo di gran lunga superiore a quella che la maggior parte delle persone riuscirebbe a consumare in condizioni simili,
- avvertono la sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non riuscire a controllare quel che mangiano e i quantitativi di cibo da ingerire,
- adottano condotte compensative per prevenire un aumento di peso (vomito autoindotto), abusando di lassativi, diuretici, digiunando o praticando un eccessivo esercizio fisico,
- le abbuffate e le condotte compensative si verificano entrambe per almeno due volte alla settimana e per 3 mesi.


Si viene quindi a creare un circolo vizioso ed il soggetto è interamente assorbito da questo vortice, al punto da impiegare molto tempo della giornata in questi comportamenti, pregiudicando la sua organizzazione esistenziale e la sua salute.


Nella bulimia senza condotte di eliminazione, il soggetto utilizza altri comportamenti compensatori, come esercizio fisico e digiuno, alternati alle abbuffate, ma non si dedica regolarmebte alle pratiche del sottotipo descritto sopra.


Per via degli acidi digestivi, il vomito autoindotto ripetuto può causare una perdita permente dello smalto dentale, soprattuttoa livello delle superifici linguali dei denti incisivi. I denti si scheggiano, risultando intaccati e tarlati, con un aumento della carie e con l'ingrossamento delle ghiandole salivari.


La bulimia colpisce soprattutto le donne e l'85-90% dei soggetti bulimici sono di sesso femminile. Questo è dovuto ad una serie di differenti fattori:


- le donne, soprattutto le ragazzine, sono costantemente influenzate da un certo canone estetico di bellezza. Sulle riviste, sul web e nei vari concorsi di bellezza spopolano immagini e corpi mozzafiato: donne magre, perfette che rendono difficile accettare e amare il proprio corpo


- La donna bulimica non si accetta, rifiuta il vero Io che quasi non conosce e teme, servendosi del disgusto che la propria immagine ispira, per tenere gli altri a distanza. Il culto della bellezza, la divinizzazione della magrezza, così quotidianamente ribadita ed esaltata dai mass-media, rende soprattutto le donne più giovani particolarmente fragili, sensibili al giudizio degli altri. Nella nostra società il corpo diventa per le ragazze il mezzo di comunicazione più potente, il pass per essere accettate e non è un caso che le donne bulimiche abbiano tratti della personalità perfezionistici: sono "piccole donne" perchè fragili, ma grandi nelle loro ambizioni, negli ottimi risultati che ottengono, pur essendo pervase da una forte paura di deludere e di fallire.


- Ma che ruolo riveste la famiglia in tutto questo? Se vostra madre o vostra sorella hanno sofferto di bulimia, anche voi siete più a rischio. I genitori che curano attentamente il proprio aspetto fisico, che sono perennemente a dieta o criticano il corpo dei figli, aumentano le probabilità che il figlio soffra di bulimia. Si è posta molta attenzione al rapporto disturbato tra madre e figlio o alla dinamica familiare in cui la madre sia iperprotettiva, intrusiva ed il padre assente, ma non ci sono prove che i disturbi del comportamento alimentare si manifestino più frequentemente in questi contesti. Diete, miracolose, prodotti dimagranti dagli effetti prodigiosi impazzano sul web e tutti i mezzi di comunicazione esaltano la magrezza, a scapito spesso della meritrocazia. Quanto del nostro successo dobbiamo alle nostre abilità e al nostro talento e quanto invece dobbiamo considerare un regalo di Madre Natura? In quale percentuale l'idea di donna bella è associata, nella psiche degli adolescenti o nella mente di persone particolarmente influenzabili o con bassa autostima, all'idea di donna ricca, sessualmente attraente e certamente vincente nella vita?


Di certo sappiamo che i sintomi primari della bulimia sono ansia, depressione, ossessione costante di controllare il proprio peso corporeo ed il cibo ed i soggetti che ne sono colpiti presentano abrasioni del dorso delle mani a causa della ripetuta introduzione delle dita in gola e l'erosione dello smalto dentale , a causa dell'acido del vomito, un gonfiore delle ghiandole paratinoidi vicino alle guance, a volte irregolarità dei cicli mesturali e una diminuzione dell'attività sessuale. Si tratta di conseguenze devastanti per la salute: disidratazione, problemi gastrici, ipotalassemia, dusfunzioni cardiache. Anche eventi traumatici possono causare la bulimia: pensiamo all'ingresso in una nuova scuola, il cambio di casa, il cambio di lavoro, il trasloco in altre città..tutti eventi che possono generare un enorme stress malsopportato dall'organismo, oppure pensiamo ai cambiamenti nei rapporti familiari o interpersonali( es- divorzio dei genitori, morte di una persona cara), alle violenze o agli abusi sessuali, subiti soprattutto in famiglia o alla malattia o degenza in ospedale.


Oggi si può guarire dalla bulimia, avvalendosi dell'aiuto di una equipe di medici, nutrizionisti e psicologi, tramite la rieducazione alimentare, in modo da stabilire pasti regolari, migliorando le carenze dei disordini alimentari e praticando un regolare e non eccessivo esercizio fisico. E' opportuna anche una terapia cognitivo-comportamentale, per riflettere su quanto la mente influenzi le azioni del soggetto bulimico, condizionandone lo stato d'animo. L'unico farmaco antidepressivo attualmente approvato dalla FDA per la cura della bulimia è il Prozac, che aiuta anche i pazienti affetti da depressione e/o ansia, diminuendo il rischio di ricadute. E' d'obbligo ricordare che certe malattie non possono essere guarita all'istante ed è sconsigliabile incentrare i discorsi col nostro parente o amico bulimico sul cibo o sul peso corporeo. Se il malato vive in famiglia, non è ammissibile che nasconda il cibo in camera o che dissemini le briciole e le cartacce in giro, per cui la parola d'ordine è : responsabilizzarlo, lasciando che rimpiazzi il cibo consumato e che riordini la casa per renderla vivibile agli altri membri della casa. Il vostro benessere fisico ed interiore è indispensabile per aiutare coloro che amate a vincere la bulimia perchè vincere si può...insieme!


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it