Bulimia nervosa: sintomi e come affrontarla
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Bulimia nervosa: sintomi e come affrontarla
Un disturbo caratterizzato da disturbi persistenti del comportamento alimentare e atteggiamenti finalizzati al controllo del peso. La bulimia può causare danni significativi per la nostra salute fisica e psicologica
La bulimia nervosa è un disturbo dell’alimentazione. Quando si parla di disturbi dell’alimentazione, s’indicano tutti quei disturbi persistenti del comportamento alimentare e/o di comportamenti finalizzati al controllo del peso corporeo che determinano danni significativi alla salute fisica e psicologica e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta.
La bulimia nervosa è comparsa all’inizio degli anni Settanta ed è stata descritta per la prima volta negli studi sulla “bulimaressia” condotti tra gli studenti dei college americani.
Dal 1980 a oggi sono stati effettuati moltissimi studi allo scopo di valutarne l’incidenza e la prevalenza nella popolazione; da queste ricerche è emerso che la bulimia nervosa colpisce circa l’1% delle giovani donne (Italia del nord 0,5-1%; Italia centrale 1-0,7%; Italia del sud 1,7%). Pare, inoltre, che la Bulimia nervosa, sia in aumento oggi rispetto al passato anche se non si conoscono bene le cause di questo incremento.
L’età di esordio del disturbo è compresa tra i 12 e i 25 anni anche se il picco di maggior frequenza è a 17-18 anni. Le persone colpite dalla Bulimia nervosa sono generalmente di peso normale, alcune lievemente sottopeso, altre leggermente sovrappeso, pochissime in grande sovrappeso (Dalle Grave, 2011).
Capire se una persona soffre di bulimia nervosa, non è semplice come nel caso dell’Anoressia nervosa. Per una diagnosi di bulimia nervosa occorrono specifici criteri. Qui di seguito i principali criteri diagnostici:
- Abbuffate ricorrenti (assunzione di grandi quantità di cibo con perdite di controllo ricorrenti sull’atto di mangiare);
- Comportamenti di controllo del peso estremi (es.: dieta ferrea, vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e diuretici, esercizio fisico eccessivo);
- Eccessiva importanza attribuita al peso, alle forme corporee e al controllo dell’alimentazione;
- Non soddisfacimento dei criteri diagnostici dell’anoressia nervosa (Fairburn C.G., Harrison P.J., 2003).
Esistono, inoltre, specifiche difficoltà psicologiche presenti nelle persone che soffrono di un disturbo dell’alimentazione. Le persone che soffrono di anoressia nervosa e bulimia nervosa sono estremamente preoccupate dal peso e dalle forme corporee. Idealizzano la magrezza e la perdita di peso; vi è, infatti, la tendenza a valutare il valore di sé principalmente o esclusivamente attraverso la bilancia o lo specchio.
Di conseguenza, la perdita di peso è vissuta con un senso di euforica conquista mentre l’aumento ponderale con un senso d’intollerabile fallimento. Un’altra caratteristica delle persone che soffrono di un disturbo dell’alimentazione è la valutazione estremamente negativa che hanno di se stesse che precede di molti anni la comparsa del disturbo e che si manifesta essenzialmente attraverso un forte senso d’insicurezza personale in diversi contesti di vita (relazioni, scuola, lavoro, ecc.).
Altre caratteristiche che si possono riscontrare sono:
- la presenza di alti livelli di perfezionismo che porta verso lo sviluppo della necessità di controllare in generale alcuni aspetti della vita e nello specifico l’attenzione è rivolta al corpo. Il perfezionismo, inoltre, è applicato anche al modo di fare la dieta, che risulta appunto molto rigida e ferrea.
- la presenza di una modalità di pensiero cosiddetta “ tutto o nulla” che porta a vedere le cose in maniera assolutamente rigida e a classificarle sotto forma di categorie che si escludono reciprocamente (Es.: grasso o magro). Questo modo di pensare può essere esteso anche a ogni situazione non solo al cibo e al peso. Ad esempio, una situazione o è un successo o è un fallimento.
- Difficoltà nella gestione degli impulsi; ci può essere, ad esempio, la presenza di comportamenti sessuali promiscui, dipendenza da sostanze e dal gioco d’azzardo, tentativi di suicidio, autolesionismo.
Il trattamento dei disturbi dell’alimentazione ha fatto molti progressi; attualmente per la bulimia nervosa si possono utilizzare approcci diversi, anche se il trattamento d’elezione è la terapia cognitivo-comportamentale. L’efficacia di questo tipo d’intervento, che si è rivelato pari o superiore a tutte le terapie finora sperimentate, è stata valutata in più di trenta studi eseguiti nei maggiori centri di ricerca dei paesi occidentali (Dalle Grave, 2011).
Capire se si soffre di un disturbo dell’alimentazione non è semplice, non solo perché molti comportamenti tipici di questi disturbi (ad esempio: fare una dieta) sono fatti da persone che non hanno alcun disturbo ma anche perché soprattutto nelle prime fasi del disturbo, chi ne soffre, si sente bene e gratificato per il fatto di aver perso peso. Una cosa utile da fare, se si ha il dubbio di avere un disturbo dell’alimentazione, è di fare un controllo da uno specialista che potrà dare indicazioni sul tipo d’intervento più appropriato.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)