Camaiore (LU): alcol e droga, consumo in crescita anche a 11 anni
alcol droga giovani
CAMAIORE. L'esperienza della droga, la familiarità con l'alcol. Ma anche le ore passate davanti una tv o uno schermo del computer. Gli episodi di minorenni beccati a spacciare a Camaiore sono solo la punta di un iceberg. La devianza giovanile è un fenomeno che preoccupa. Le famiglie, la parrocchia. E anche il Comune. Che promette di intervenire con più incisività. I dati di un sondaggio tra gli studenti di una scuola media del territorio parlano chiaro. Su un campione di 370 alunni tra gli 11 e i 14 anni emerge che quasi il 18% ha, almeno una volta nell'ultimo anno, fatto uso di alcol. E un 2% circa ha invece avuto già una prima esperienza con le droghe. Hashish e marijuana in particolare. Non conoscono invece, per fortuna, altri tipi di droga. Dati che non si discostano poi tanto dal dato nazionale registrato dall'Istat. Il questionario è stato solo un momento di un percorso sperimentale avviato dall'amministrazione in una scuola media, dal titolo "The drugs don't work". Il quadro che emerge è preoccupante. A questo proposito Alessya Dini, vicesindaco e assessore all'istruzione, spiega: «Questo progetto sta dando ottimi risultati. Riusciamo a recuperare alcune situazioni. Per questo per il prossimo anno pensiamo di estenderlo anche alle altre scuole. Cercando una collaborazione più stretta con la parrocchia: don Damiano ha a cuore questi problemi e ha il carisma necessario per attrarre intorno a se tanti giovani». Se l'esperienza della droga i giovani la fanno con amici e compagni, il problema dell'alcol nasce spesso in famiglia. Spesso infatti il primo bicchiere di vino viene "concesso" a cena con mamma e papà. «L'organizzazione mondiale della sanità - ricorda Dini - su questo è categorica: fino a 18 anni niente alcol, in nessun caso. Neanche per i brindisi». Non sono solo droga e alcol i problemi evidenziati dal sondaggio (avviato, come l'intero progetto educativo, con la collaborazione del Ceis e della facoltà di psicologia dell'università di Firenze). Risulta infatti che i ragazzi passano gran parte della loro giornata davanti alla televisione. O, in alternativa, su un social network su Internet (come Facebook e Twitter). I loro modelli sono Amici e X-Factor. Mancano alternative. E su questo aspetto il vicesindaco fa un po' di autocritica. «Mancano strutture aggregative per i nostri ragazzi. Bisogna sforzarci di trovare loro delle alternative». Ecco allora che diventa importante anche aiutare le tante associazioni sportive del territorio, che catalizzano l'attenzione di tanti giovani sportivi. E cercare di coinvolgerli il più possibile. Il progetto sulle droghe vedrà la sua conclusione a maggio, con un incontro a cui saranno invitati anche i genitori dei ragazzi. L'impegno dell'amministrazione è quello di potenziare, estendendolo ad altri istituti, un progetto capace sia di intervenire sulle situazioni di difficoltà che di individuare le problematiche più ricorrenti tra i più giovani. - Marco Pomella