Camaiore (LU), alcol e droga per gli under 15: i dati di un sondaggio
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CAMAIORE. Il 18% ha già avuto contatti con l'alcol, il 2% ha fumato, o hashish o marijuana. Sono i dati - anticipati dal
Tirreno prima dell'estate - di un questionario condotto su 374 alunni, tra gli undici e i quindici anni, delle scuole di
Camaiore, che sarà reso pubblico questo pomeriggio in un'assemblea, alle 17.30, nella scuola media "Rosso San Secondo", di
Capezzano Pianore
«Abbiamo avuto la possibilità di sperimentare - spiega l'assessore all'istruzione Alessya Dini - un'esperienza-pilota sulla
prevenzione dei comportamenti a rischio e sulla promozione di comportamenti e stili di vita positivi tra ragazzi e ragazze.
L'appuntamento di oggi è l'occasione per presentare i risultati dell'indagine e del percorso educativo realizzato. Si tratta
di dati molto interessanti, che possono essere utili per acquisire conoscenze di uno spaccato di realtà giovanile tra gli 11
e 14 anni. Il progetto, validato scientificamente, ha avuto due obiettivi prioritari: conoscere i bisogni dei ragazzi e
stimolarli, con il supporto della Peer Education, a ricercare in autonomia e responsabilità i fattori di autoprotezione dal
rischio, e realizzare una ricerca per indagare su stili di vita, fattori di rischio/protezione di un campione di ragazzi
della zona».
Il quadro che emerge non è dei più rosei. Dei 374 ragazzi partecipanti al progetto "Drugs don't work" (187 maschietti e 183
femmine) è l'8% (circa 67 ragazzi) ad aver bevuto una qualche bevanda alcolica. Sei o sette elementi, invece, (1%) si sono
già fumati uno spinello.
Ma il progetto, in qualche modo, li aiuta a rimettersi "sulla giusta via".
«I fattori di rischio, rispetto a questi comportamenti - spiega l'assessore Dini - sono lo scarso controllo dei genitori,
l'influenza negativa dei compagni e la conoscenza di ragazzi, che già fanno uso di droghe. Dai risultati dell'intervento
emerge, come la capacità di resistere alle pressioni dei pari, migliora in particolar modo tra i ragazzi del gruppo di
progetto. Inoltre, si evidenzia, come sia il controllo genitoriale, sia la capacità di scegliere autonomamente, abbiano un'
influenza significativa sull'uso di alcool nelle classi sperimentali e non nelle classi di controllo. In sostanza, il
progetto "The drugs don't work" sembra aver potenziato una maggiore attenzione sul problema in famiglia e nei ragazzi stessi,
attivando fattori di protezione, rispetto a situazioni e comportamenti potenzialmente a rischio».