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Canadian Breast Cancer Foundation: cancro al seno e fattori di rischio

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Cancro al seno e screening, a Toronto la maglia nera

In fatto di screening e prevenzione del cancro al seno Toronto detiene un triste primato in Ontario. Sono pochissime, solo il 29,5 per cento, le donne che si sottopongono a mammografia. Per una media nazionale del 65,7 per cento. In particolare, sono le donne immigrate di recente a rimandare gli esami di routine. Barriere linguistiche ed economiche tra le principali cause. «Molte non hanno, per esempio, il medico di famiglia», spiega Sandra Palmaro, ceo della Canadian Breast Cancer Foundation (CBCF) dell’Ontario Region.

«L’inglese non è la loro prima lingua» e hanno scarso livello di conoscenza su cosa sia il cancro al seno. A questi fattori vanno ad aggiungersi la mancanza di informazioni accessibili, poca partecipazione agli eventi della comunità sull’argomento e credo religioso.

Uno degli obiettivi del Pink Tour, nato tre anni fa, è proprio quello di coinvolgere più donne e offrire assistenza e informazioni che poi potranno condividere con famigliari e amici. Il materiale della CBCF è disponibile in ben 11 lingue, anche in italiano.

Da quando il bus rosa ha cominciato a percorrere le strade del Canada, «la percentuale di donne che si è sottoposta allo screening è aumentata dal 10 al 15 per cento». Il Pink Tour, partito a maggio con il sostegno di Cibc e Shoppers Drug Mart, si concluderà tra pochi mesi, a ottobre. E toccherà 90 città dell’Ontario. Ad ogni stop chi vorrà potrà salire a bordo del bus, fare domande allo staff della CBCF, chiedere brochure, provare il materiale interattivo e fare quiz, nonché fissare un appuntamento per una mammografia grazie all’Ontario Breast Screening Program (OBSP), amministrato dalla Cancer Care Ontario. Numerosi i vantaggi di questa iniziativa. Inviti personalizzati, promemoria automatici per gli appuntamenti, visite di controllo, attrezzatura diagnostica di qualità e personale esperto e specializzato.

«Purtroppo succede spesso che l’appuntamento non sia tra le priorità – ha aggiunto Palmaro – La nostra fondazione raccomanda vivamente alle donne over 50 di sottoporsi alla mammografia, uno strumento che usa raggi X a basso dosaggio e tramite il quale il radiologo, sempre una donna, è già in grado di vedere masse sospette. Quando una donna si accorge di avere qualcosa che non va da sola, attraverso l’auto-palpazione, può essere troppo tardi. Quindi la prevenzione è di fondamentale importanza. Dal 1986, quando è nata la CBCF, il tasso di mortalità è sceso del 40 per cento ma solo il 42 per cento delle donne tra i 50 e i 74 anni partecipa a questo programma».

Palmaro quindi vuole rassicurare chi anche per paura ritarda l’esame di screening. Non ci sono controindicazioni o rischi. «Anzi – spiega la ceo – La mammografia dura 5-10 minuti. Si svolge in una stanza privata. E non è dolorosa. Anche se qualcuna può sentire un leggero fastidio. Dopo l’esame la paziente riceverà una chiamata dalla clinica. È la prassi. Quindi – rassicura – niente panico. La mammografia è un esame di routine grazie al quale si possono individuare già i primi segnali di un tumore. L’obiettivo di una diagnosi precoce effettuata nelle fasi iniziali della malattia può ridurre i rischi di morte e migliorare la qualità di vita della paziente. E chiaramente si parla anche di più opzioni per la scelta della cura e una maggiore chance di sopravvivere».

Prevenzione è quindi la parola d’ordine. Esami diagnostici, sì, ma non deve mancare anche un corretto stile di vita. «Riducendo il consumo di alcol. E il fumo, per esempio. È sbagliato associarlo solo al cancro ai polmoni». La maggior parte delle donne canadesi (l’80 per cento circa) è a rischio. «Per rischio intendiamo che hanno una possibilità su 9, l’11 per cento, di ammalarsi».

Le residenti in Ontario che si confermano quelle più a rischio hanno i requisiti per partecipare al programma a partire dai 30 anni con un test annuale che include la risonanza magnetica e la mammografia. In Ontario si possono trovare numerose cliniche dove è possibile effettuare lo screening. Nel 2007-8 il 66 per cento delle donne si sono sottoposte a mammografia. Dato al di sotto di quel 95 per cento fissato per il 2020.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)