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Cannabinoidi sintetici, una revisione USA sugli effetti farmacologici

fonte: Current Addiction Reports
 

Secondo un’indagine americana del 2012, i cannabinoidi sintetici sono tra le sostanze illegali più utilizzate, secondi solo alla cannabis. I consumatori ricercano queste sostanze perché hanno effetti cannabimimetici molto potenti, anche superiori alla marijuana, e sono facilmente reperibili attraverso l’acquisto su Internet.

I ricercatori del Dipartimento di Farmacologia e Tossicologia dell’Università dell’Arkansas hanno condotto una rassegna della letteratura scientifica sulle attuali conoscenze degli effetti farmacologici in vivo dei cannabinoidi sintetici, evidenziando i potenziali pericoli di indurre dipendenza d’abuso. Gran parte delle informazioni relative alla tolleranza, dipendenza ed astinenza da cannabinoidi sintetici si basano su studi condotti sul ?9-THC, il principio attivo della cannabis, un agonista parziale dei recettori CB1 e CB2.

I cannabinoidi identificati nei prodotti in commercio (“spice” ad esempio), sono invece agonisti pieni dei recettori cannabinoidi. Ciò comporta effetti più potenti rispetto a quelli derivanti dal ?9-THC, che non possono essere eguagliati semplicemente aumentando la dose di principio attivo. Pertanto, sembra probabile che questi potenti effetti cannabimimetici si traducano in reazioni avverse ancora più severe rispetto a quelle causate dalla cannabis.

Infatti, dagli studi emerge un’alta incidenza di effetti avversi associati all’uso di cannabinoidi sintetici, compreso psicosi acuta, stato confusionale, agitazione, ansia, tachicardia, sonnolenza, vertigini, agitazione, ipertensione, crisi epilettiche, convulsioni, vomito, nausea, alta pressione sanguigna e dolore toracico, tossicità acuta sul Sistema Nervoso Centrale e cardiovascolare.

Tai S., Fantegrossi W. E., Synthetic Cannabinoids: Pharmacology, Behavioral Effects, and Abuse Potential.
Current Addiction Reports March 2014

http://www.droganews.it/news/2210/Cannabinoidi_sintetici%2C_una_revisione_USA_sugli_ef.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)