Cant� (CO): nella battaglia all'alcol si alza bandiera bianca
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Christian Galimberti
Lapenna: senza la collaborazione dei bar diventa tutto vano. E intanto sfiora il fallimento anche l'iniziativa del discobus
CANTU'.Sul ponte della lotta all'alcol sventola bandiera bianca. Sta per iniziare un'altra stagione primavera-estate. E alcuni bar hanno pensato di ripartire con le promozioni sugli alcolici. Bevi due birre e ne paghi una. Oppure, rum e succo di pera - il cosiddetto chupito - al prezzo accessibile, davvero per chiunque, di un euro soltanto. Destinatari, come ammette senza problemi qualche barista, i ragazzi. Tutto questo, stride con la battaglia contro il consumo di alcol tra i giovani, ingaggiata l'estate scorsa dall'assessore alla sicurezza.
Andrea Lapenna promette, per l'ennesima volta, controlli. Ma si rende conto che senza la collaborazione dei baristi si può fare ben poco. Pare tramontata anche l'idea del discobus: il comune, primo promotore dell'iniziativa - una navetta per andare a ballare fuori città, ed evitare il rischio di prendere l'auto - anche qui preferisce aspettare input dai baristi. Rimane la vigilanza sul consumo di alcol, per i minori di 16 anni. Forse non così semplice da mettere in pratica. L'"assessore di ferro" si dice deluso da quanto riscontra anche lui stesso in prima persona. «Capita che si vedano ancora queste serate, come le chiama qualcuno, "a tutta birra": due birre cinque euro, una in omaggio - ravvisa Lapenna -: così si fa un torto ai giovani. Iniziative come questa, fanno dispiacere».
L'amministrazione pare aver cambiato registro: sembra che non si possa arrivare dappertutto. «Qualche bar lo teniamo d'occhio, per queste promozioni - dichiara Lapenna - ho dato disposizioni alla polizia locale. Non abbiamo dato multe: purtroppo, per come è la legge, se uno vuole regalare da bere può anche farlo».
Rimane il vincolo di non servire alcolici ai minori di sedici anni. Ma anche qui, per il comune non esistono casi. «Multe, negli ultimi mesi, non ce ne sono state», dice lo stesso Lapenna.
Sempre in tema di alcol e dintorni, sfiora il fallimento l'iniziativa del discobus. Il comune si giustifica. «Abbiamo in mente altri progetti di prevenzione - dice Lapenna - ma per quanto riguarda il discobus, aspettavo che qualche bar ritornasse sull'argomento, con qualche sua proposta. Un incontro l'avevo fatto: dopo, nessuno si è fatto più vedere». Era stato il comune a mettere a un tavolo i baristi e i titolari dei locali. Per una navetta "una tantum" da Cantù alle piste ballerine del circondario. Il ritorno delle promozioni sull'alcol sembra complicare tutto. «I baristi ascoltano ben poco - l'opinione dell'assessore - anche io ascolterò di meno loro».
Sempre a proposito di bar e consumo di alcolici, rimane in vigore l'ordinanza antivetro. Dalla scorsa estate, era stato sempre Lapenna a imporre, dopo le 22 e per tutta la notte, il divieto di uscire dai locali con bottiglie o bicchieri di vetro. Chi non consuma ai tavolini, è costretto a farsi servire anche una semplice bibita in un contenitore di plastica. Visto quanto sta succedendo, con gli "happy hour" che riescono a vanificare qualsiasi buona intenzione, per il comune sembra l'unico fronte vittorioso.
Ma i titolari dei locali si difendono: «Noi dobbiamo lavorare»
Nulla da nascondere, al bar Chocolat di piazza Garibaldi. Uno dei locali dove, a partire da questo mese, si parte con le promozioni pro-alcol. Il perché, lo dice chiaramente il barista, Daniele Calì. «Devo lavorare. E queste serate, attirano i ragazzi». Il volantino sembra uscito dal paese delle feste. Per i salutisti, è una beffa. Martedì, serata chupito a un euro. Mercoledì, uno più uno. Giovedì, serata birra. Venerdì, serata donna. Serate in cui è sempre l'alcol il protagonista. Si parte alle 21, e si chiude alla 1 di notte, dice sempre il volantino. «Ho deciso di cambiare orario al bar - la motivazione più approfondita del barista - la mattina, da qualche giorno, rimaniamo chiusi. Iniziamo al pomeriggio, alle 15. E, purtroppo, prima di sera si fatica a lavorare, qui in piazza. Per tutto l'inverno, ho pagato una persona per stare dietro al bancone. E mi costava più di quanto incassavo. Sono andato in perdita per mesi. Non si può stare qui in questa piazza, durante la giornata. D'estate va bene, d'inverno per niente». Perciò, quanto dice l'assessore Lapenna, per chi guarda con apprensione il contenuto del registratore di cassa, è opinione di poco conto. «L'unico modo per andare avanti - prosegue Calì - è di lavorare con i ragazzi alla sera. Ci sono loro. Per il resto, la mattina non c'è movimento: attorno non ci sono i parcheggi. Terrò aperto solo il sabato e la domenica mattina, quando si vede in giro qualcuno».
Preferisce non entrare più di tanto nel merito della questione Giovanni Bellasio, rappresentante dei pubblici esercizi per Confcommercio. Al bar Baffo di viale Madonna, non si fanno promozioni del genere. «Non ho un pubblico giovane - dice a titolo personale - non vendo ai 16enni, e tutti dovrebbero fare così. Ma sulle promozioni, non rispondo di quello che fanno altri bar. L'altro giorno, due ragazzi volevano un bis di sambuca. Gli ho detto «no, basta». Prima di andarsene, mi hanno risposto così: "Abbiamo diciotto anni: noi possiamo bere"».