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Capri: troppo semplice per i giovani procurarsi l'alcol

Capri: troppo semplice per i giovani procurarsi l'alcol

Lo descrivono di fisico mingherlino e aspetto pulito. Ma soprattutto tranquillo, mentre si imbarcava per essere portato al

Centro di accoglienza per minori a Napoli. Tanto tranquillo, come se non avesse ancora ben metabolizzato cosa stava vivendo.

Nella piazzetta dai quattro storici bar, crocevia di pettegolezzi, siparietto di umanità e racconti di vita vissuta,

l'argomento del giorno è lo stupro, vero o presunto, di cui è accusato G. F. Un minorenne napoletano di 17 anni. La vittima,

una ragazza francese, è sua coetanea.
«Sono i genitori che dovrebbero tenerli d'occhio meglio, altro che divieti di legge o altre storie», commenta una signora che

divora un quotidiano aperto sul tavolino del bar. Ma, nella ricerca di cause lontane o nascoste dello stupro, l'indice

principale viene puntato sull'abuso di alcolici. E sulla loro vendita senza problemi ai minorenni. Cinque locali notturni

sull'isola, con tre monopolizzati dai Lembo e due di cui è socio Peppino Di Capri, un via vai dall'una del mattino continuo.

Il «giro per locali» è lo sport preferito della movida caprese. Un refrain abituale, con antipasto la piazzetta e i suoi bar,

poi la camminata su via Camerelle, le entrate e uscite nei locali. Si beve, ma si comincia ben prima di andare nei locali

dove si ascolta musica.
In piazzetta, ad esempio, con sette euro e cinquanta si prende un bicchiere di whisky, dieci un «professore» che è l'unione

di Campari e gin. Cifre accessibili anche per i ragazzi minorenni in vacanza a Capri. Passano sciami di comitive organizzate:

cinesi, veneti, inglesi. Dalla funicolare di Marina grande, molti transitano per i gabinetti pubblici ben tenuti. Cinquanta

centesimi e la pipì è permessa. Pagamento anticipato all'ingresso, naturalmente.
Nulla di nuovo: è la Capri di sempre.
Da «Buonocore», la signora al bancone dei gelati scrolla le spalle: «Storia di ragazzi, se ne sono sentite tante». E continua

a sfornare coni da due e tre euro e cinquanta o brioches da sei euro e cinquanta. Ma qui, uno dei luoghi di cui tutto il

mondo conosce l'esistenza, ogni vicenda fuori le righe diventa notizia: le aggressioni dei bulli locali ai danni di turisti

coetanei, il furto in appartamenti compiuto da due immigrate romene subito prese, lo spaccio di cocaina sull'isola gestito da

tre uomini arrestati dalla polizia. Dall'inizio dell'estate, il commissariato diretto da Stefano Iuorio ha segnalato una

trentina di reati. La tipologia è ricorrente: abusi edilizi, spaccio di droga, lesioni per risse, tentata violenza.
Spiega proprio il vice questore Iuorio: «D'estate, c'è un potenziamento di agenti per l'aumento di presenze sull'isola. Ma la

sorveglianza c'è». Una quarantina di poliziotti, una volante in servizio 24 ore, incrementi a luglio e agosto. E poi le

videocamere di commercianti e alberghi nelle vie più trafficate. Eppure, Sergio Gargiulo, presidente della Federalberghi,

chiede un potenziamento delle videocamere sull'isola. E aggiunge: «Non c'è privacy che tenga di fronte al deterrente per

risse e altri reati sull'isola».